L'Italia ha condannato oggi davanti al Consiglio Onu dei diritti umani la "brutale repressione" delle proteste pacifiche in Myanmar.
Gian Lorenzo Cornado, rappresentante permanente dell'Italia presso le Nazioni Unite a Ginevra, ha ribadito la "ferma condanna da parte dell'Italia del colpo di Stato", chiedendo inoltre di porre immediatamente fine allo stato di emergenza e di liberare il Presidente Win Myint, il Consigliere di Stato Aung San Suu Kyi, gli attivisti della società civile "e tutti coloro che sono ingiustamente detenuti". Le sue parole sono state riportate dall'Ansa.
Un simile appello era giunto anche da Papa Francesco.
Cornado ha reiterato anche la condanna della "brutale repressione delle proteste pacifiche nel Paese", esortando il regime militare a non continuare a esercitare un uso eccessivo della forza e a garantire il "pieno rispetto dei diritti umani e dello Stato di diritto".
Espressa anche la "solidarietà dell'Italia nei confronti del popolo del Myanmar e di coloro che cercano in modo pacifico di assicurare che il Paese riprenda il percorso verso la democrazia".
Intanto ieri, 11 marzo, la giunta militare insediatasi al potere in Myanmar ha affermato che sia il il Presidente Win Myint sia Aung San Suu Kyi sarebbero coinvolti in pratiche di corruzione, con quest'ultima accusata di aver ricevuto finanziamenti illeciti per 600 mila dollari.
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