Aveva in mente di rilasciare informazioni classificate sulla cattiva condotta delle forze armate australiane impegnate nella missione in Afghanistan. Potrebbe essere questa, secondo il Daily Telegraph, la ragione della morte di un ufficiale australiano rinvenuto privo di vita a Canberra lo scorso 20 dicembre. La sua fine sembrava essere la conseguenza di un suicidio, ma il ritrovamento di un hard disc contenente informazioni crittografate potrebbe segnare una svolta nelle indagini.
"Resta inteso che l'ufficiale dell'intelligence avrebbe reso pubbliche le informazioni perché il Rapporto Brereton è un'errata caccia alle streghe unilaterale contro il SAS per cercare di placare gli afgani", ha riferito la fonte al giornale.
Secondo la fonte, le informazioni contenute nella memoria "cambierebbero molto la posizione dell'opinione pubblica su quanto è accaduto in Afghanistan" se pubblicate sui giornali, dopo la divulgazione a mezzo stampa del Rapporto Brereton nel novembre 2020.
Il famigerato documento del giudice della Corte suprema del New South Wales e maggiore generale della riserva dell'esercito Paul Brereton riguarda il coinvolgimento di almeno 25 soldati nel presunto omicidio di civili e prigionieri in Afghanistan tra il 2005 ed il 2016.
Ha raccomandato di perseguire 19 persone, alcune delle quali erano ancora in servizio al momento del rilascio. L'esercito australiano è stato costretto a congedare almeno 13 soldati in relazione a questa vicenda.
A seguito dello scandalo, il capo delle forze di difesa generale Angus Campbell si è scusato con il popolo afgano a nome dell'esercito australiano, definendo "vergognose" e un "profondo tradimento" le azioni dei militari australiani coinvolti nei presunti crimini.
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