Un certo numero di membri del Partito repubblicano starebbero considerando l'ipotesi di formare un nuovo partito orientato verso il centro destra al fine di evitare l'influenza dell'ex presidente americano Donald Trump.
Tra coloro che avrebbero già avviato simili discussioni, vengono segnalati ex funzionari delle amministrazioni di Ronald Reagan, George H. W. Bush, George W. Bush e dello stesso Trump.
Stando a quanto riportato dall'agenzia di stampa Reuters, circa 120 iscritti di primo piano avrebbero preso parte ad una videoconferenza su Zoom, durante la quale si sarebbero discusse le modalità di formazioni del nuovo movimento oltre che i principi fondanti dello stesso, tra cui in primo luogo un "conservatorismo di principio", ma anche l'aderenza alla Costituzione e alla legge.La strategia politica del nuovo partito andrebbe inoltre a configurarsi con una certa apertura, in quanto, oltre a presentare i propri candidati in alcune realtà, si cercherebbe anche di supportare quelli appartenenti ad altri partiti ma che presentano un programma e una visione complessiva compatibile.
Tra i fondatori di questo nuovo, ipotetico partito, che potrebbe andare ad assumere la denominazione di Integrity Party o Centre Right Party, figura anche Evan McMullin, ex direttore politico del gruppo dle Partito Republicano alla Camera dei Rappresentanti e candidato indipendente alle presidenziali del 2016.
"Larghe porzioni del Partito Repubblicano si stanno radicalizzando e mettono a rischio la democrazia americana. Il Partito ha bisogno di cominciare ad andare verso la verità, la ragione e i valori fondanti, altrimenti dovrà chiaramente esserci un qualcosa di nuovo", sono state le parole di McMullin riportate dalla Reuters.
La reazione del tycoon
Non si è fatta attendere la reazione del tycoon e l'ex presidente Donald Trump alle voci riguardanti la formazione di un nuovo schieramento nella destra americana. Ha risposto in maniera piuttosto dura attraverso le dichiarazioni del proprio portavoce Jason Miller:
"Questi perdenti hanno lasciato il Partito repubblicano quando hanno votato per Joe Biden", ha incalzato Miller.

Le tensioni nel Partito repubblicano
In seguito ai fatti dello scorso 6 gennaio, quando un gruppo di sostenitori di Donald Trump ha preso d'assalto il palazzo del Campidoglio a Washington, e in seguito al secondo processo per impeachment a Donald Trump, un gran numero di deputati e senatori repubblicani hanno iniziato a manifestare la propria frustrazione per le controverse mosse compiute dall'ex presidente degli Stati Uniti.
Stando ai dati più recenti, negli scorsi mesi il Partito repubblicano avrebbe perso oltre 140.000 voti in 25 stati, contro i circa 79.000 persi dai democratici.
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