I militari del Myanmar, il Tatmadaw, hanno imposto alle compagnie delle telecomunicazioni locali il blocco di social network quali Facebook, Instagram e Whatsapp sulla base di preoccupazioni legate all'attuale stato di emergenza del Paese.
Il Ministero per le Comunicazioni e l'Informazione ha contestualmente reso noto che Facebook sarà bloccato fino al prossimo 7 febbraio. Nella nota del dicastero viene affermato che ci sarebbero persone che "stanno mettendo in pericolo la stabilità del paese [...] diffondendo fake news e facendo disinformazione, con l'effetto di creare delle incomprensioni tra la popolazione".

Il blocco imposto al noto social network è stato confermato da un portavoce della compagnia detenuta da Mark Zuckerberg, il quale ha lanciato un appello al governo birmano:
"Esortiamo le autorità a ripristinare la connessione così che la gente nel Myanmar possa comunicare con le proprie famiglie e i propri amici e possa avere accesso ad importanti informazioni", recita la nota di Facebook.
Le accuse a Aung San Su Kyi
Ieri sono stati presentati dei capi di accusa per la violazione di due articoli del codice birmano nei confronti del presidente del Myanmar U Win Myint e la leader del partito Lega Nazionale per la Democrazia (NLD) Aung San Suu Kyi, arrestati due giorni fa nel giorno del golpe militare.
In una nota del capo ufficio stampa del NLD è stato precisato che Aung San Suu Kyi è stata accusata di aver infranto la legislazione sull'import-export, mentre il presidente U Win Myint di aver violato la legge sulla prevenzione e la gestione delle catastrofi naturali e delle emergenze"
Il golpe militare in Myanmar
In precedenza le autorità militari birmane avevano accusato la Commissione elettorale e il partito Lega Nazionale per la Democrazia (LND) di aver falsificato le elezioni dello scorso 8 novembre, alle quali la NLD di Aung San Suu Kyi aveva ottenuto l’83 per cento dei seggi disponibili, e si erano rivolti alla Corte Suprema per contestare l'esito del voto.
Il 1 febbraio, a poche ore dall'apertura della prima sessione del nuovo Parlamento, hanno quindi proceduto all'arresto dei principali esponenti del governo, tra cui il presidente Win Myint e la premier Aun San Su Kyi.
Contestualmente sono stati arrestati diversi funzionari di partito, oltre a diverse personalità, tra cui attivisti e scrittori, legate in maniera diretta o indiretta al partito di governo, per un totale di 45 persone.
Con la presa di potere, i militari hanno dichiarato un anno di stato di emergenza e hanno sospeso tutti i voli domestici e internazionali fino al prossimo mese di giugno.
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