Il ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif ha accusato gli Stati Uniti d'America di aver rotto gli accordi sul nucleare con l'Iran del 2015 "senza alcun motivo", auspicando che Washington "ponga rimedio ai propri errori" nel prossimo futuro.
"Perché mai l'Iran, un Paese che ha affrontato e sconfitto quattro anni di brutale terrorismo economico americano, imposto in violazione al PACG [l'accordo sul nucleare di Vienna, ndr] e alle risoluzioni delle Nazioni Unite, dovrebbe fare per primo un gesto di benevolenza?", ha dichiarato Zarif in un Tweet pubblicato nella serata di martedì.
Why on earth should Iran—a country that stood firm & defeated 4 years of a brutal US economic terrorism imposed in violation of JCPOA & UNSC Resolution—show goodwill gesture first?
— Javad Zarif (@JZarif) January 26, 2021
It was the US that broke the deal—for no reason. It must remedy its wrong; then Iran will respond.
Il post è arrivato in risposta alle dichiarazioni di un funzionario della presidenza francese che nelle scorse ore, riferendosi agli accordi di Vienna, aveva chiamato Teheran a "rispettare ciò che non stanno più rispettando".
A questo proposito, Zarif ha sottolineato l'impegno dell'Iran a ritornare al pieno rispetto delle condizioni imposte dall'accordo sul nucleare solo qualora gli Stati Uniti decideranno di rimuovere le sanzioni anti-iraniane.
"Se tali questioni saranno risolte, torneremo ad adempiere in toto al PACG. Saremo lieti di accogliere gli ispettori della IAEA [l'Agenzia internazionale per l'energia atomica, ndr] proprio come previsto dal protocollo", ha dichiarato Zarif a conclusione della conferenza stampa congiunta con il suo omologo russo Sergey Lavrov.
Nel corso dello stesso incontro il capo della diplomazia russa aveva ribadito l'interesse di Mosca e Teheran ad un ripristino degli accordi sul nucleare.
Nel corso della giornata di lunedì era emerso che, nel corso di colloqui con alcuni rappresentanti della nuova amministrazione americana, i diplomatici iraniani avrebbero posto sette precondizioni a Washington per riavviare i negoziati sul programma nucleare iraniano.
In precedenza, nel giorno dell'inaugurazione di Joe Biden come 46esimo presidente degli Stati Uniti, il capo di stato iraniano Hassan Rouhani ha auspicato che con l'arrivo alla Casa Bianca del democratico possa avvenire un ritorno all'accordo sul nucleare del 2015.
Accordo sul nucleare iraniano del 2015 (PACG)
Il PACG (Piano d'azione congiunto globale) è stato firmato nel 2015 da Iran, Cina, Francia, Germania, Russia, Regno Unito, Stati Uniti, insieme all'Unione Europea.
L'Iran avrebbe dovuto ridimensionare il suo programma nucleare e ridurre drasticamente le proprie riserve di uranio in cambio dell’annullamento delle sanzioni.
Tuttavia, nel 2018 il presidente americano Donald Trump ha annunciato il ritiro unilaterale dall'accordo, avviando la strategia di nuove, rigide, sanzioni nei confronti dell’Iran.
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