Come riportato dall'agenzia Tatar-Inform, l'operazione ha coinvolto agenti di diversi apparati di sicurezza. L'indagine aveva a disposizione un campione di DNA del malvivente, trovato sulla scena di uno degli omicidi, che ha corrisposto al DNA del detenuto.
Come ipotizzano gli investigatori, il primo crimine dell’uomo potrebbe risalire al 2011. Inoltre, le autorità ipotizzano che abbia agito non solo nella sua regione, ma anche in quelle vicine. In totale, potrebbe aver compiuto oltre 30 omicidi.
Rustem Kadyrov, capo della Direzione del Ministero degli Interni per la città di Kazan, in onda su uno dei canali televisivi locali in precedenza aveva espresso l'opinione che l'assassino osservasse le donne e potesse offrirsi di aiutarle con la spesa fuori dai negozi.
Secondo altre fonti, l'uomo sarebbe entrato negli appartamenti delle future vittime sotto le spoglie di un assistente sociale o di un altro servizio, come un servizio del gas.
Il detenuto è stato interrogato. L'indagine viene condotta dalla direzione investigativa principale del Comitato investigativo della Russia.
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