Lo riporta il Medical Xpress citando i lavori degli scienziati della Medical University of South Carolina.
Allo studio hanno partecipato 339 pazienti con un'età media di 72 anni e una diagnosi di "lieve deterioramento cognitivo".
I medici hanno monitorato il cervello dei soggetti misurando tramite risonanza magnetica i volumi basali dell'ippocampo e della corteccia entorinale, due aree responsabili della formazione di ricordi.
Alcuni anni dopo, 72 volontari hanno sviluppato la malattia di Alzheimer e 267 sono rimasti in condizioni stabili.
"Nei pazienti con lieve deterioramento cognitivo e sintomi di ansia la malattia si è sviluppata più rapidamente rispetto alle persone senza ansia, indipendentemente dal fatto che avessero un fattore di rischio genetico per la malattia o la perdita di volume cerebrale", ha affermato il co-autore Jenny Ulber.
Gli scienziati ritengono che i risultati dello studio potrebbero migliorare la procedura dello screening e il trattamento dei pazienti a rischio.
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