Nell’intervista rilasciata a Sputnik Vladimir Solovyov, direttore del Dipartimento per gli affari esteri del Ministero russo delle Emergenze, si è espresso in merito alle principali missioni internazionali in cui è coinvolto il RNKChGR e alle prospettive future di sviluppo dello stesso.
— Quali sono stati i principali risultati conseguiti dal Corpo nazionale russo di reazione alle crisi umanitarie negli ultimi 25 anni?

Grazie al Corpo e alle missioni umanitarie portate a termine sono state salvate nel mondo migliaia di vite di cittadini russi e stranieri. Ad esempio, soltanto tra il 2012 e il 2015, durante le missioni umanitarie nella Siria colpita dal conflitto armato, furono evacuate dalle zone teatro di guerra circa 1.200 persone. Per conseguire questo obiettivo i mezzi dell’aviazione del Ministero russo delle Emergenze effettuarono 60 voli, ognuno dei quali fu utilizzato per portare gli aiuti umanitari russi alla popolazione siriana.
— L’attività del Corpo è richiesta anche oggi?
— Sì, assolutamente e ci sono diversi esempi. Dal 2019 ad oggi al di fuori della Russia sono state portate a termine 45 missioni umanitarie. In tutto, è stato prestato aiuto a 25 Paesi con oltre 27.000 tonnellate di aiuti trasportati.
Ci tengo a sottolineare che comunque alcune divisioni del Corpo si concentrano anche sullo svolgimento di missioni sul territorio russo. Inoltre, si noti che la risoluzione di missioni sul suolo nazionale ha sempre la priorità sulle missioni internazionali.
— Qual è la struttura attuale del Corpo nazionale di reazione alle crisi umanitarie?
In sostanza, si tratta di divisioni specializzate del Ministero delle Emergenze in grado di risolvere problematiche di elevata criticità in conformità agli standard internazionali. Ad esempio, il gruppo Tsentrospas al momento è l’unica divisione al mondo certificata dall’International Search and Rescue Advisory Group (INSARAG) dell’ONU e inclusa nel registro delle divisioni sanitarie di emergenza dell’OMS.
Ci tengo ad aggiungere che il grado di operatività per il dispiegamento dell’ospedale mobile del centro Tsentrospas non ha eguali al modo. Infatti, le strutture possono essere trasportate nelle aree meno facilmente raggiungibili facendo calare dall’alto la strumentazione e il personale. Basti sapere che già 40 minuti dopo le operazioni di discesa possono essere effettuate operazioni chirurgiche all’interno dell’ospedale, mentre dopo sole 3 ore si è già in grado di operare a pieno regime.
— A quali altri compiti può assolvere il Corpo?
Il Corpo è anche impegnato nello svolgimento di operazioni di evacuazione dei cittadini russi dai cosiddetti “punti caldi” di nazioni straniere nel caso in cui insorgano situazioni emergenziali. Di norma, per queste missioni si utilizzano gli aeromobili Il-76 che in caso di necessità possono essere equipaggiati con appositi moduli destinati all’assistenza sanitaria dei soggetti colpiti.
Invece, per la lotta aerea antincendio si utilizzano, oltre agli Il-76, anche gli aerei anfibio Be-200Chs, gli elicotteri Mi-8, Ka-32 e i Mi-26 (questi ultimi i più grandi al mondo).
— Qual è stata l’operazione di salvataggio degli ultimi 25 anni che si è rivelata più difficile per il Corpo?
— Probabilmente le operazioni conseguenti al terribile terremoto di Haiti nel 2010. La difficoltà non era legata solo alla portata dei danni, ma anche al fatto che praticamente tutti gli organi e i servizi nazionali erano stati distrutti. Pertanto, dovemmo contare solo sulle nostre forze.Ciononostante i soccorritori russi riuscirono non soltanto a prestare assistenza sanitaria a circa 2.000 vittime, ma anche a organizzare un collegamento aereo per il trasporto a mezzo di Il-76 di aiuti umanitari provenienti da Venezuela, Cuba e Panama.
Inoltre, per garantire il lavoro degli esperti dell’ONU mettemmo in campo la tecnologia Globalny Radius con l’ausilio dell’elicottero Bk-117 che fu portato ad Haiti a bordo dell’aeromobile Il-76 e impiegato per la ricognizione aerea di valutazione delle conseguenze della calamità e di coordinamento degli aiuti internazionali.
Un altro esempio di missione complessa fu quella successiva al terribile sisma del 1999 in Turchia. In quell’occasione i soccorritori russi riuscirono ad estrarre vive dalle macerie ben 72 persone. Si tratta circa dello stesso numero di persone salvate complessivamente dalle altre squadre di soccorso di altri Paesi.
— Le organizzazioni umanitarie internazionali apprezzano il lavoro del Corpo?
— Secondo la comunità internazionale il Ministero russo delle Emergenze è uno dei servizi emergenziali più efficienti al mondo. Questo giudizio è stato prodotto anzitutto sulla base dell’analisi delle missioni condotte dal nostro Corpo all’estero. Pertanto, tutte le organizzazioni internazionali del settore ci considerano come un partner strategico e affidabile.
A riprova di questo vi è la regolare partecipazione del Corpo a progetti congiunti con la FAO, la International Civil Defence Organisation, l’OMS e l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari.
— Per l’anno venturo 2021 quali sono le prospettive di sviluppo del Corpo?
— A tendere desideriamo coltivare il potenziale tecnico del Corpo acquistando nuove unità di strumentazione dedicata e integrando tecnologie efficaci di risposta a situazioni emergenziali. Continueremo il lavoro di certificazione delle divisioni di soccorso in linea con gli standard internazionali dell’INSARAG. Inoltre, lo sviluppo del Corpo è strettamente legato al miglioramento delle competenze degli esperti coinvolti i quali si formano in enti di settore approvati dal Ministero russo delle Emergenze e partecipano agli addestramenti internazionali.
Si noti, poi, che l’efficacia delle missioni umanitarie dipende in larga misura da quanto rapidamente gli aiuti giungono nelle zone interessate. Questo, a sua volta, impatta anche il numero di vite umane salvate.
Al momento le divisioni del Corpo sono dislocate nella regione di Mosca. Stiamo lavorando per preparare e includere nel Corpo anche soccorritori e divisioni dell’aviazione dislocate a Krasnoyarsk e Khabarovsk. Questo consentirà di reagire in maniera ancora migliore alle situazioni emergenziali eventualmente insorte nella regione Asia Pacifico. Nello specifico, il Gruppo regionale siberiano di ricerca e soccorso ha superato con successo la certificazione internazionale per la metodologia INSARAG. Si prevedono per l’anno prossimo iniziative analoghe che coinvolgeranno il Gruppo di ricerca e soccorso dell’Estremo oriente russo.
I punti di vista e le opinioni espressi nell'articolo non necessariamente coincidono con quelli di Sputnik.
Cliccando sul bottone "Pubblica", conferisce il proprio pieno consenso all'utilizzo dei dati del proprio account Facebook perchè le venga data la possibilità di commentare le notizie sul nostro sito mediante l'utilizzo di questo account. Può consultare nel dettaglio le modalità di utilizzo dei dati nella sezione Informativa sull’utilizzo dei dati personali.
Può ritirare il proprio consenso cancellando tutti i commenti che ha scritto.
Tutti i commenti
Mostra nuovi commenti (0)
In risposta (Mostra commentoNascondi commento)