Due anni fa la Renault ha deciso di far rinascere il suo marchio Alpine (Alpine-Renault) che aveva alle spalle una storia di 65 anni, ma che da 20 anni a questa parte non ha prodotto nessun modello. L’obiettivo dichiarato dalla Renault è quello di portare Alpine allo stesso livello della Ferrari, riporta il portale Carscoops.
Renault quest’anno ha venduto 1.100 modelli dell’Alpine A110 nei primi nove mesi del 2020, ma punta ad espandersi ulteriormente afferma De Meo, sfruttando l’ingegneria all’avanguardia del programma di Formula 1 e della Renault, da unire al lavoro “quasi artigianale” svolto presso la fabbrica Alpine posta nel nord della Francia.
Se la fusione tecnologica dovesse riuscire, afferma De Meo parlando con i giornalisti, “potremmo procurarci una mini Ferrari”.
La Renault tuttavia ha molta strada da compiere prima di poter equiparare il suo marchio alla più blasonata Ferrari, ma anche solo ad altre italiane come la Lamborghini e senza dimenticare che in Francia vi è un’altra grande competitor che si chiama Bugatti.
La Alpine al momento si accontenterebbe di presentare la A110S come una alternativa economica alla Ferrari, venduta al prezzo di 80 mila dollari contro i 200 mila dollari della Ferrari dal prezzo più basso.
Formula 1: da Renault ad Alpine
Per dare spazio al marchio Alpine e portare sulle piste di Formula 1 il nome dello storico marchio, la Renault ha deciso di ritirare il suo nome dalla F1 e di presentarsi dal prossimo anno come team Alpine.
L’obiettivo è aiutare il marchio Alpine a formare di sé stessa una immagine riconoscibile e che si faccia conoscere dal grande pubblico internazionale.
Luca De Meo, CEO di Alpine, è convinto che un giorno si parlerà del marchio francese come della nuova Ferrari o almeno alla pari con l’iconico marchio italiano.
L’obiettivo è inserirsi in una nicchia di mercato di auto più costose, dove i profitti sono decisamente più ampi rispetto al segmento nel quale le auto Alpine sono attualmente inserite.
Le difficoltà della Renault
Renault nel suo insieme, però, non vive un bel momento. Nella prima metà del 2020 ha perduto ben 8,6 miliardi di dollari a causa di mancate vendite di autovetture e altri mezzi. Inoltre è stata più volte sul punto di rompere l’accordo con la Nissan e di fare un nuovo matrimonio con la Fca, poi sfumato.
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