Il ministero degli Esteri turco ha condannato la reazione delle autorità greche al primo venerdì di preghiera a Hagia Sophia, la prima preghiera islamica dopo 86 anni, cioè da quando Santa Sofia era stata convertita in un museo.
Il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis ha dichiarato che la trasformazione della famosa basilica di Instambul, luogo condiviso dalla cultura cristiana e musulmana, in una moschea non è una manifestazione di forza, ma di debolezza della Turchia. Ankara "sfida i diritti sovrani di Grecia e Cipro e offende la cultura del 21 ° secolo attraverso passi come questo".
Durante un'azione di protesta a Salonicco, i partecipanti hanno bruciato la bandiera turca.
Il portavoce del ministero degli Esteri turco, Hami Aksoy ha condannato la reazione di Atene.
"La Grecia ribadisce la sua ostilità nei confronti dell'Islam e della Turchia reagendo all'apertura della moschea di Hagia Sophia per le preghiere. Condanniamo fermamente che il governo e il parlamento greco provochino in pubblico e consentano pubblicamente di bruciare la nostra bandiera gloriosa a Salonicco" ha dichiarato.
Il portavoce ha osservato che Atene è l'unica capitale europea in cui non esiste una sola moschea e che nessun paese può insegnare alla Turchia la sovranità nazionale.
La conversione di Hagia Sophia in moschea
Il 10 luglio, la Corte suprema amministrativa turca ha annullato la decisione del 1934 di convertire la moschea Hagia Sofia in un museo. Subito dopo il presidente turco Racep Tayyip Erdogan ha annunciato di aver firmato un decreto per trasformare la basilica in una moschea aperta per le funzioni religiose dei credenti musulmani.
La prima preghiera musulmana, dopo una pausa di 86 anni, si è svolta venerdì mattina presso Santa Sofia a Istanbul. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha partecipato alla preghiera.
Il decreto di Erdogan ha modificato il nome in Ayasofya-yı Kebir Cami-i ifierifi, Santa Moschea della Grande Santa Sofia.
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