Dall'inizio dell'ondata di proteste dei Black Lives Matters, numerosi monumenti a personaggi storici proclamati razzisti, colonizzatori o trafficanti di schiavi, sono stati vandalizzati o demoliti in tutta Europa.
Citando le rivolte negli Stati Uniti, Jan Björinge, ex sindaco di Umeå e oggi direttore di progetti culturali a livello nazionale, ha lanciato dapprima una provocazione via social, chiamando alla rimozione della statua del "sovrano autocrate" Carlo XII per sostituirla con una dell’attivista Greta Thunberg, per poi passare alla pubblicazione di un articolo d’opinione sull’Aftonbladet, un quotidiano serale pubblicato a Stoccolma.
Ett litet försök att bidra till statydebatten... https://t.co/eE993DUQRs
— Jan Björinge (@janbjoringe) June 16, 2020
"Le rivolte negli Stati Uniti hanno reso la questione delle statue nei luoghi pubblici rovente", ha scritto Björinge nel suo articolo, meditando se sia giusto "fornire luoghi pubblici per la diffusione di valori antidemocratici".
Björinge ha sottolineato che le statue sono state "rovesciate dalla folla nel corso degli anni più volte", citando le statue demolite di Lenin, Marx e Saddam Hussein. Secondo lui, ciò è accaduto perché "riflettevano i valori degli oppressori".
Ha anche biasimato l'Ente per la tutela del patrimonio nazionale svedese per "proteggere i monumenti degli oppressori", riferendosi a un tweet del suo direttore Lars Amréus.
“Non intendo dire che tutte le statue rimarranno per sempre. Ma probabilmente c'è abbastanza ingiustizia nel nostro tempo che dovrebbe essere affrontata. Cercare di correggere la Storia potrebbe non sempre servire a quello scopo”, aveva twittato Amréus in reazione alla guerra contro i monumenti che sta scuotendo l'Europa.
Säger inte att alla statyer för alltid ska stå kvar. Men det finns nog med orättvisor i vår egen tid som bör åtgärdas. Att försöka ställa historien till rätta kanske alltid inte gangar det syftet.
— Lars Amréus (@Riksantikvarie) June 13, 2020
“Un atteggiamento più ragionevole da parte del Consiglio nazionale svedese per il patrimonio e delle altre istituzioni statali, nonché dei comuni, dovrebbe essere quello di liberare luoghi pubblici da simboli di azioni malvagie e valori obsoleti. Piuttosto, meglio sarebbe riempire i parchi e le piazze di cose che promuovono la coesione e il benevolo spirito sociale del nostro paese”, ha affermato Björinge.
Carlo XII fu il sovrano ‘Signore della guerra’ che portò il Paese all'apice della sua potenza imperiale, ma ne segnò anche la caduta con la sua avventata invasione della Russia nella Guerra del Nord, che portò alla repentina scomparsa dell'Impero svedese. Tuttavia, nell'era moderna, Carlo XII rimane una figura iconica nei circoli patriottici.
Allo stesso tempo, Magnus Rodell, professore associato di storia delle idee all'università di Södertörn, ha suggerito che i simboli associati all'impero svedese, in cui Carlo XII ebbe un ruolo importante, alla fine verranno demoliti come parte del movimento Black Lives Matter.
"Se inizi ad approfondire la Storia dei sovrani dell'era imperiale, scopri che rappresentano una aggressività espansionistica che portò alla morte di centinaia di migliaia di persone", ha dichiarato Rodell in un'intervista televisiva. "Se, ad esempio, qualcuno dovesse far saltare in aria la nave Vasa, ciò probabilmente porterebbe a qualche turbamento, allo stesso tempo, sappiamo che questa avrebbe dovuto far parte di una guerra di espansione da parte della Svezia", ha aggiunto, citando la rabbia della gente.
*(La Vasa è una nave da guerra svedese che iniziò il suo viaggio inaugurale nel 1628 e da allora è diventata uno dei musei chiave di Stoccolma).
Come altro esempio dell'imperialismo svedese, Rodell ha nominato la statua di Louis De Geer nella sua città natale di Norrköping. De Geer era un commerciante svedese-vallone del XVII secolo, spesso indicato come "il padre dell'industria svedese". Allo stesso tempo, fu anche l’iniziatore della Compagnia Africana Svedese nel 1649, che tra l'altro commerciava in schiavi.
Sui social media, i suggerimenti hanno scatenato reazioni contrastanti. Mentre alcuni hanno sostenuto che la storia dovrebbe piuttosto essere mantenuta "così com'è", altri sono stati favorevoli.
In precedenza, gli attivisti di Black Lives Matter si sono radunati per rimuovere le statue del famoso biologo Carl Linnaeus, a cui è attribuita la classificazione del regno vegetale e animale e viene spesso definito come "il padre della tassonomia moderna". Gli attivisti lo vedono come il fondatore della biologia razziale mentre divide africani ed europei in diverse razze con caratteristiche diverse.
In relazione alle manifestazioni di Black Lives Matters dopo la morte di George Floyd, molte statue negli Stati Uniti e in Europa sono state attaccate con graffiti e pitture e, in molti casi, sono state persino demolite.
Tra gli scalpi rivendicati dal movimento BLM ci sono quelli delle statue del re belga Leopoldo II, il sovrano coloniale dello stato libero del Congo, il commerciante di schiavi Edward Colston, e persino Cristoforo Colombo, nonché Thomas Jefferson.
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