Il ‘rifugio del lupo’ è nato nel 2017 grazie all’iniziativa puramente privata di Anastasia Gaiduk, suo marito Yaroslav e la sorella Svetlana. Dopo aver acquisito un terreno a 150 chilometri da Mosca hanno subito costruito le recinzioni. I primi ospiti furono quattro lupi provenienti dal territorio di una vecchia struttura militare dismessa.
"Oggi abbiamo 11 lupi adulti, ma anche cani e cani-lupo (...) Il nostro territorio è diviso in due parti: da una i cani, dall'altra i lupi. Questi ultimi vivono in spazi alberati di modo che assomiglino il più possibile alle loro condizioni naturali e che li renda a loro agio”, ha spiegato Svetlana Gaiduk, la quale spiega come in realtà avrebbero potuto cercare di salvare molti più esemplari se non fosse per le difficoltà di reinserimento – “i lupi non sono cani” ha detto ai media russi.
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Quasi tutti gli ospiti furono portati nel rifugio in seguito ad un errore umano. Ad esempio alcuni cuccioli erano rimasti orfani per colpa dei bracconieri e poi venduti via internet.
"Ci sono lupi che sono tenuti in case private nella speranza che prima o poi si trasformino in docili pastori. Il destino di tali animali non è invidiabile: o l'eutanasia o l’ennesimo giocattolo legato alla catena", dice Svetlana.
Il mantenimento di tali animali però è piuttosto costoso, ci vogliono tonnellate di cibo naturale al mese per nutrire 11 lupi, cani e cani lupo. E non si tratta solo di carne, ma anche verdura e persino frutta. In natura, i lupi scavano radici, muschio, mangiano bacche e funghi e rosicchiano la resina dalle conifere per lavarsi i denti.
"Stiamo cercando di bilanciare la dieta in modo che gli animali non abbiano bisogno di nulla", afferma Haiduk e spiega come per coprire i costi servano anche sostenitori e sponsor.
Tuttavia, l'argomento più doloroso è la costruzione e l'espansione dei recinti.
"Abbiamo molti prestiti, ma c’è bisogno di davvero tanto spazio per i maschi adulti di questa specie e abbiamo già dovuto rinunciare a degli splendidi esemplari per mancanza di spazio nonostante che cerchiamo sempre di ampliare” si è lamentata Anastasia.
Comunque, nonostante tutte le difficoltà, la squadra del rifugio non ha alcuna intenzione di arrendersi - al contrario, c'è l'intenzione di crescere e svilupparsi.
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"Sogniamo di creare un centro nazionale per il lupo, ho una comprensione di ciò che voglio, ma il problema è che abbiamo pochi sostenitori. (...) La creazione di un centro di questo tipo non è solo una grande responsabilità o questione di disponibilità economiche, è anche una questione di prospettive: i lupi custoditi andranno poi reinseriti in natura. E per farlo serve una preparazione e un lavoro sull’animale che dura mesi", ha spiegato Svetlana.
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