Ad oggi non è in atto nessuna guerra sul prezzo delle risorse petrolifere in corso tra Russia e Arabia Saudita.
Ad affermarlo è il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov:
"La Russia non è in conflitto con nessuno e ci basiamo sulle dichiarazioni della famiglia reale (saudita, ndr) circa il fatto che neanche l'Arabia Saudita sia entrata in una guerra sul prezzo del petrolio", ha spiegato Peskov ai giornalisti.
"Non c'è nessuna guerra tra Russia e Arabia Saudita. Esiste solo una congiuntura sfortunata per molto Paesi che è stata scatenata da alcuni fattori di cui abbiamo parlato. Abbiamo delle buone relazioni con l'Arabia Saudita e pensiamo che nessuno possa mettere in discussione tale fatto", ha concluso il funzionario.
La crisi petrolifera
Il 19 marzo l'agenzia di rating Fitch ha fatto decrescere le proprie previsioni annue sul prezzo del petrolio Brent fino a 41 dollari al barile.
In precedenza, anche S&P Global Ratings aveva diminuito il valore dei future del Brent per il 2020 a 40 dollari al barile, arretrando rispetto ai precedenti 60 dollari.
A scatenare la situazione di estrema instabilità sui mercati petroliferi, tra i vari fattori, occorre senz'altro menzionare il mancato accordo all'interno dell'organizzazione OPEC+, che ha portato ad un incremento della produzione da parte dell'Arabia Saudita pari a 1,5 milioni di barili al giorno fino alla fine del 2020.
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