A margine di un summit tenutasi alla Casa Bianca e alla presenza dei governatori dei cinquanta stati facenti parte degli USA, il presidente americano Donald Trump ha promesso di dare vita al "più potente arsenale nucleare al mondo".
Durante il suo intervento, Trump ha sottolineato che gli USA sono già in possesso di un gran numero di "missili super veloci", che a suo modo di vedere sono necessari al Paese in quanto sia la Russia che Pechino detengono armi simili.
"Abbiamo dei missili super veloci, ne abbiamo una quantità enorme. Li chiamiamo 'superveloci' perché hanno una velocità quattro, cinque, sei o addirittura sette volte superiore rispetto ad un missile convenzionale. Ne abbiamo bisogno perché, di nuovo, anche la Russia ne è dotata. Non vi dirò come li hanno ottenuti. Sembra che li abbiano ottenuti dai piani dell'amministrazione Obama mentre non ce ne curavamo. E ciò è davvero molto negativo. Non va bene. Ma è quello che è successo. E la Cina, come saprete, sta facendo lo stesso", sono state le parole di Trump.
In conclusione il capo di stato americano ha rilevato che, ad ogni modo, sia Mosca che Pechino sembrano essere ben disposti a negoziare dei nuovi termini per mettere fine alla corsa agli armamenti:
"Ora, allo stesso tempo, la Russia e la Cina vogliono entrambe negoziare con noi per mettere fine a questa follia di spendere miliardi e miliardi in armi nucleari", ha concluso il presidente USA.
La fine del trattato INF e New START in bilico
Le dichiarazioni del tycoon arrivano a circa sei mesi dal ritiro da parte di Washington dal trattato INF (Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty), siglato nel 1987 dagli allora capi di stato americano e russo, Ronald Reagan e Michail Gorbaciov e che pose fine alla vicenda degli euromissili, ovvero dei missili nucleari a raggio intermedio installati da USA e URSS sul territorio europeo.
Attualmente, risulta essere in bilico anche New START, l'ultimo degli accordi sulla riduzione delle armi nucleari firmato da Stati Uniti e Russia e che Mosca ha dichiarato più volte di voler prolungare.
Qualora non fosse trovata una nuova quadra il trattato, siglato nel 2010 e che prevede la riduzione della metà dei vettori per il lancio di missili strategici e quello delle testate nucleari dislocabili a 1500, andrebbe a scadenza tra circa un anno, il 5 febbraio 2021.
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