I cinque paesi di provenienza delle vittime del disastro aereo del Boeing 737-800 dell'Ukraine International Airlines, colpito per errore lo scorso 7 gennaio da un missile iraniano, hanno esortato Teheran ad assegnare alle vittime un risarcimento per la perdita dei propri cari.
Inoltre hanno richiesto alla Repubblica Islamica di condurre "indagine internazionale completa, indipendente e trasparente aperta alle nazioni in lutto". Così si legge nella dichiarazione rilasciata dopo una riunione di funzionari dei rispettivi paesi, che ha avuto luogo a Londra.
L'impegno dell'Iran nell'accertare le cause e i responsabili dell'incidente è stato elogiato ed è anche stato chiesto di proseguire la cooperazione. Da parte sua il presidente iraniano Hasan Rohanì ha assicurato che Teheran porterà avanti minuziosamente le indagini sull'abbattimento dell'aereo e ha promesso che tutti i responsabili pagheranno le conseguenze previste dalla legge.
Sarebbero già diversi gli indagati contro cui sono state prese misure detentive, ha reso noto il governo iraniano lo scorso 14 gennaio.
Cosa sappiamo dell'incidente
Il Boeing 737- 800 è precipitato nella notte del 7 gennaio, poco dopo che l'Iran aveva sferrato un attacco contro le basi statunitensi in Iraq, come ritorsione per l'uccisione del generale Qassad Soleimani. Dopo quattro giorni le autorità iraniane hanno riconosciuto che la causa del disastro era stata un missile lanciato per errore da una base militare delle Guardie Rivoluzionarie. Nell'incidente sono morte 176 persone.
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