Oggi ad Oslo, la capitale della Norvegia, si è svolta la cerimonia di conferimento del Premio Nobel per la Pace al capo del governo dell'Etiopia Abiy Ahmed.
Da quando è salito al potere nell'aprile 2018, Ahmed si è impegnato per portare il Paese del Corno d'Africa verso la democrazia: in base ad una decisione ha spalancato le porte del carcere ad oltre 12mila prigionieri ed ha fatto rientrare in patria molti attivisti in esilio tra cui tra cui Jawar Mohamed, il re dei media che ha guidato le proteste del 2016 contro Desalegn, di etnia oromo come lui ed ora suo oppositore.
Ha giocato un ruolo decisivo per l'assegnazione del premio Nobel per la Pace al premier etiope il ruolo di mediatore e pacificatore nel continente africano, in particolare nella difficile regione del Corno d'Africa: dalla crisi in Sudan alla pace storica firmata con l'Eritrea dopo due anni di guerra fratricida.
Secondo i profughi eritrei in Etiopia, come riportato da Rainews, si contano a centinaia di migliaia a seguito degli arrivi degli anni negli ultimi anni, gli accordi di pace sono stati colti al balzo ed hanno dato nuova legittimità al regime di Asmara, motivo per cui la gente continua a scappare dall'Eritrea, anche più di prima.
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