In Germania si è svolta una controversa e contestatissima asta in cui sono stati venduti i cimeli appartenuti ad Adolf Hitler. Gli oggetti del Führer, tra cui un'edizione pregiata del suo libro ‘Mein kampf’, messi in vendita da una casa d’aste di Monaco di Baviera, sono stati acquistati da un uomo d’affari di origine libanese ma residente in Svizzera.
Abdallah Shatila, questo il nome dell’uomo che ha compiuto il gesto, ha riferito che non poteva sopportare che quegli oggetti andassero a finire in mani sbagliate, tra le mani di qualche adepto che ne avrebbe fatto oggetti di culto.
Shatila ha donato l’intera collezione all’incanto, all’istituzione ebraica Keren Hayesod dello Stato d’Israele.
Le scorse settimane anche il commissario tedesco del governo incaricato dell’antisemitismo si era espresso con parole di preoccupazione nei confronti dell’asta pubblica. Per Felix Klein, l’asta banalizzava i crimini dei nazisti, facendo diventare quegli oggetti un culto per simpatizzanti e nostalgici.
Il presidente dei rabbini europei Menachen Margolin, che nei giorni scorsi aveva in tutti i modi tentato di fermare l’asta, è colmo di gratitudine nei confronti di Abdallah Shatila e del suo gesto:
“Il nostro apprezzamento verso di lui non conosce limiti”.
E forse Abdallah Shatila si è già conquistato un posto tra i moderni Giusti tra le nazioni.
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