La Turchia informerà tutti i paesi interessati e il governo siriano sulle sue operazioni nella Siria nord-orientale, ha affermato il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu.
Il ministro ha difeso il diritto del suo paese di avviare un'operazione nella Siria nord-orientale.
Parlando a una conferenza stampa, Cavusoglu ha affermato che l'unico obiettivo dell'operazione sono i militanti curdi nella regione.
In precedenza, il direttore delle comunicazioni del presidente turco Erdogan, Fahrettin Altun, aveva affermato che "l'esercito turco, insieme all'esercito siriano libero, avrebbe attraversato il confine a breve". Non ha specificato, tuttavia il periodo di tempo concreto in cui si svolgerà l'incursione.
#BREAKING Operation in northern Syria is our right under UN resolutions, international law, says Turkish foreign minister
— ANADOLU AGENCY (ENG) (@anadoluagency) October 9, 2019
La Turchia e le forze curde in Siria
La Turchia vede le forze curde come una minaccia alla sicurezza nazionale e ha ripetutamente minacciato di voler lanciare un'incursione nel nord della Siria come mezzo per costringerle a lasciare l'area.
Ad agosto, Washington e Ankara hanno annunciato di aver concordato di creare un centro operativo congiunto per coordinare e gestire la creazione di una zona di sicurezza nel nord-est della Siria.
Se dovesse essere creata una zona di sicurezza, le Unità di protezione popolare curde dovranno ritirare le proprie forze e armi dall'area.
Martedì il ministero della Difesa turco ha dichiarato che Ankara aveva completato i preparativi per la sua incursione militare. Una dichiarazione è stata rilasciata poco dopo che attacchi aerei turchi hanno distrutto due ponti al checkpoint di Samalka al confine tra Siria e Iraq. Il checkpoint di Samalka era controllato da unità arabo-curde dell'Esercito Siriano Libero.
Nel frattempo, gli Stati Uniti hanno iniziato a ritirare le proprie truppe dalla zona. La Casa Bianca ha dichiarato di non "sostenere o di non essere coinvolta nella" prossima operazione della Turchia.
Il governo siriano ha ripetutamente sollecitato i curdi a unirsi al dialogo e ha criticato la loro dipendenza dalle forze statunitensi che operano illegalmente nel paese.
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