Come riportato da Bloomberg, il Pentagono avrebbe richiesto fondi per una cifra vicina agli 11 miliardi di dollari per finanziare nel corso dei prossimi cinque anni la sua controversa Agenzia di Sviluppo Spaziale (SDA).
Il nuovo dipartimento, da non confondere con il Comando Spaziale proposto più recentemente dal presidente Donald Trump, è stato inaugurato nel marzo del 2019 dall'allora Segretario della Difesa Patrick Shanahan in risposta "alla crescente attività dei maggiori competitor, Cina e Russia" che è vista come un tentativo di "sminuire o distruggere le capacità spaziali degli Stati Uniti d'America".
Per il suo lancio, la nuova agenzia ha ricevuto un budget iniziale piuttosto modesto, pari a 150 milioni di dollari per l'anno a venire, che saliranno a circa 259 milioni per l'anno fiscale 2021.
Un cospicuo aumento delle spese, tuttavia potrebbe già essere realtà a partire dal 2022, quando il budget sforerà il miliardo di dollari (1,1 miliardi), per poi andare ancora a crescere nelle annate seguenti: 1,9 miliardi per il 2023, 3,67 miliardi per il 2024, fino ad arrivare alla cifra di 3,68 miliardi per il 2025.
I fondi saranno in larga parte utilizzati per realizzare e rendere operativa una enorme rete satellitare a sei strati, che potrebbe essere costituita da circa 1200 unità, che avrebbero come scopo quello di tenere a bada eventuali armamenti ipersonici russi e cinesi.
Un progetto controverso
Non è chiaro, tuttavia, se e in quale misura le esose richieste del Pentagono verranno esaudite, dal momento che sin dal suo annuncio la SDA è stata bersaglio di critiche tanto a livello nazionale quanto all'estero.
La Cina, attraverso il portavoce del Ministero degli Esteri Geng Shuang, ha definito la creazione della SDA un tentativo di trasformare "lo spazio in un nuovo campo di battaglia", affermando che la retorica americana riguardante le minacce spaziali poste in essere dalla Russia e dalla Cina non sarebbero altro che un mero pretesto di "stabilire una supremazia militare unilaterale".
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