La Banca Popolare della Cina ha di nuovo svalutato la propria valuta. È la risposta all'aumento dei dazi al 30%, annunciato da Trump prima di partire per il vertice di Biarritz. La divisa cinese adesso cambia a 7,0810 yuan per un dollaro. Un drastico calo di 240 punti, secondo i dati ufficiali riportati dall'autorità monetaria. Il valore minimo dalla crisi del 2008.
La svalutazione dello yuan permette di aggirare i dazi alle importazioni imposti dagli USA, ed è una politica che la banca centrale ha intrapreso in seguito alla decisione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di imporre, a partire da settembre, nuove tariffe al 10 per cento su beni d’importazione cinese, del valore di 300 miliardi di dollari all’anno.L'8 agosto, lo yuan è sceso a 7,0039 per dollaro, rompendo la barriera psicologica di 7 a 1 per la prima volta dalla crisi finanziaria del 2008. Da allora, la valuta cinese ha continuato a deprezzarsi.
Le reazioni
Il Dipartimento del Tesoro de USA ha accusato la Cina di manipolare la propria moneta e chiederà l'intervento del FMI. Decisione che la banca centrale cinese ha definito imprudente, avvisando che potrebbe provocare shock sui mercati internazionali.
Yi Gang, il governatore della Banca Popolare della Cina, ha attribuito la volatilità della moneta cinese a fattori esterni, come l'incertezza dei mercati.
Cliccando sul bottone "Pubblica", conferisce il proprio pieno consenso all'utilizzo dei dati del proprio account Facebook perchè le venga data la possibilità di commentare le notizie sul nostro sito mediante l'utilizzo di questo account. Può consultare nel dettaglio le modalità di utilizzo dei dati nella sezione Informativa sull’utilizzo dei dati personali.
Può ritirare il proprio consenso cancellando tutti i commenti che ha scritto.
Tutti i commenti
Mostra nuovi commenti (0)
In risposta (Mostra commentoNascondi commento)