Un velivolo con il numero regionale 156511 è decollato dal poligono della Baia di Suda in Grecia ed alle 10.15 (ora italiana) ha compiuto un volo di ricognizione lungo la costa russa del Mar Nero.
11:15 мск.
— PlaneRadar (@ua4wiy_) August 3, 2019
Самолёт радиоэлектронной разведки, военно морского флота #США🇺🇸, #Lockheed ЕР-3Е #Orion (#Aries II),рег. номер 156511, взлетевший с авиабазы Суда бэй, о. Крит🇬🇷,
производит разведывательный полёт вдоль черноморского побережья России🇷🇺. pic.twitter.com/t6dKPuGHQK
Ultimamente aerei di ricognizione e droni stranieri vengono avvistati più spesso vicino alle frontiere russe e le sue strutture militari. Questo vale per il Mar Baltico, la Repubblica di Crimea, il Territorio di Krasnodar, nonchè le basi russe in Siria. Il dati del ministero della Difesa russo durante la settimana scorsa sono stati avvistati 39 velivoli stranieri. I caccia russi sono stati costretti a decollare per prevenire la violazione dei confini 12 volte. Nonostante le ripetute esortazioni del ministero della Difesa russo, il Pentagono si rifiuta di interrompere le operazioni di ricognizione vicino alle frontiere russe.
Dal 29 luglio al 2 agosto, nell'ambito dell'attuazione del Trattato internazionale sui cieli aperti, gli Stati Uniti e l'Italia hanno effettuato un volo di osservazione congiunto sul territorio della Russia con un aeroplano statunitense OS135-B partito dall’aeroporto militare di Kubinka, nella regione di Mosca.
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