Ieri c’è stato un bombardamento contro un ospedale vicino Tripoli. Nell’attacco sono rimasti uccisi cinque medici e sono state ferite 8 persone.
Due giorni fa invece, il 27 luglio, le forze di Haftar hanno lanciato un raid aereo contro l’accademia dell’aeronautica a Misurata dove è situato un contingente di militari italiano, senza provocare morti tra le truppe italiane.
Queste vicende sembrano indicare un'intensificazione degli sforzi di Haftar per la conquista della città di Tripoli.
L’offensiva però, che si protrae già da quasi quattro mesi, sembra non stia dando i risultati sperati. Infatti le forze del maresciallo Hafthar vengono ostacolate con successo dalla resistenza.
Watch: Inside Naqliya camp in southern #Tripoli after repelling #Haftar's militias attack #Libya pic.twitter.com/ggeEd9TgoI
— Libya February TV (@TvFebruary) July 27, 2019
I nuovi attacchi aerei mostrerebbero come la guerra potrebbe essersi impantanata a livello terrestre e di come attraverso i bombardamenti entrambi gli schieramenti stiano cercando di guadagnare posizioni.
Lo stallo è dovuto principalmente al fatto che entrambi gli schieramenti non possono di condurre un'offensiva con truppe corazzate, ovvero con i carri armati, principalmente perché le milizie non sono in grado di usarli.
La guerra in Libia
Dopo il rovesciamento e l'omicidio di Muammar Gheddafi nel 2011, in Libia è scoppiata una crisi politica. Il paese si trova ora spaccato a metà e governato da due distinte autorità. Il Parlamento eletto dal popolo si trova a est; mentre a ovest, nella capitale Tripoli, ha sede un Governo di accordo nazionale, sostenuto dall'ONU e dall'UE e guidato da Fayez al-Sarraj. Le autorità della zona orientale agiscono indipendentemente da Tripoli e collaborano con l’Esercito nazionale libico, comandato da Khalifa Haftar.
Hafthar e l’esercito nazionale libico (Lna) sono sostenuti da Egitto, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Francia mentre il Governo di accordo nazionale (Gna) di Sarraj è sostenuto da Qatar e Turchia.
Il 4 aprile, il comandante Khalifa Haftar ha ordinato alle sue forze di lanciare un’offensiva contro la capitale per la "liberarla dai terroristi". Le unità armate fedeli al governo di Tripoli hanno annunciato l'inizio dell'operazione di risposta Vulcano di rabbia. Al momento, continuano le battaglie di posizione nell'area della capitale libica. Secondo l'OMS, il bilancio delle vittime negli scontri ha superato le 450 persone, e oltre 2100 sono rimaste ferite.
A.N.
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