Nella spiaggia di Kitaizumi si stanno già tenendo gare di surf e beach-volley ed è possibile anche fare il bagno. Questo significa che il livello di radiazioni nell’aria e nell’acqua è tornato a valori sicuri, come quelli registrati prima della tragedia. Ma la spiaggia sarà davvero sicura? Sputnik ha chiesto un commento agli esperti russi che seguono attentamente la situazione.
Il direttore del Laboratorio ecologico di controllo pubblico e membro del Consiglio collettivo presso il Ministero delle risorse naturali e dell’ecologia russo, Sergej Gribalev, è d’accordo che negli ultimi anni in Giappone è stato svolto un enorme lavoro per liquidare le conseguenze dell’incidente. Tuttavia l’esperto ha espresso una certa preoccupazione.
“Gli scatti dai satelliti spaziali mostrano che nell’oceano avviene regolarmente lo scarico di acque dalla centrale elettrica nucleare protagonista dell’incidente. La parte giapponese assicura che si tratta di acqua già accuratamente purificata dai radionuclidi ed è tutto sotto controllo. E in effetti i risultati delle necessarie misurazioni a Fukushima sono pubblicamente accessibili. Ma purtroppo tutte le richieste di effettuare un monitoring internazionale della situazione hanno incontrato un rifiuto da parte dei giapponesi", ha spiegato Gribalev.
Il dottore di ricerca in scienze fisico-matematiche Sergej Frolja, che partecipa al progetto internazionale per la depurazione delle acque dalle radiazioni per TEPCO (Tokyo Electric Power Company), non condivide queste preoccupazioni.
“Monitoro costantemente i dati di TEPCO pubblicamente accessibili e vi ho completa fiducia. I dati si aggiornano diverse volte al giorno. Inoltre tra una settimana io stesso sarò in Giappone e ho assolutamente l’intenzione di recarmi in questa spiaggia", ha detto.
"In questa zone già da tempo abitano delle persone, quindi il controllo dell’acqua in questo posto da anni è particolarmente scrupoloso. Le cifre che mostra corrispondono alle norme mondiali di sicurezza e a tutti i criteri dell’Organizzazione mondiale della sanità. Riconosco comunque il fatto che l’effetto di piccole dosi di radiazioni in una prospettiva a lungo termine non è ancora stato del tutto studiato, i dati sono troppo pochi", ha dichiarato il dott. Frolja.
E ha concluso: "Ma al momento attuale l’OMS dice che piccole dosi di radiazioni non esercitano un effetto diretto sull’organismo della persona. In ogni modo non rappresentano una minaccia per la vita”.
Tuttavia Gribalev ritiene che con le radiazioni non si può essere certi di niente al 100%.
“Fukushima-1 è un progetto americano. Poco tempo prima della grande catastrofe dopo un controllo alcuni rappresentanti statunitensi avevano avvertito che i suoi sistemi di sicurezza erano obsoleti e proposto di modernizzarli. Ma la proposta fu respinta in quanto supponevano che non potesse accadere niente di terribile nei due anni prima della data stabilita per chiusura della centrale", ha rivelato Gribalev.
"Purtroppo oggi sappiamo che non è possibile calcolare tutto. Sono convinto che il monitoring di queste strutture potenzialmente pericolose deve essere internazionale. Mettere le mani avanti non ha ancora fatto male a nessuno", ha concluso l'esperto.
Il disastro di Fukushima
L'incidente nel reattore nucleare Fukushima-1 avvenuto nel marzo 2011 a Ōkuma, nella prefettura di Fukushima, Giappone, è stato riconosciuto come il più grande degli ultimi 25 anni dopo il disastro di Chernobyl. Dopo un terremoto di magnitudo 9.0, uno tsunami di 15 metri ha travolto i reattori della centrale, interrompendo l'alimentazione elettrica e conseguentemente l'arresto del sistema di raffreddamento del reattore.Nel primo, secondo e terzo reattore il combustibile nucleare si è fuso e si è accumulato sul fondo del guscio di contenimento. Nel primo, terzo e quarto reattore le esplosioni di idrogeno hanno danneggiato o distrutto completamente le coperture, provocando la contaminazione radioattiva di una vasta area attorno all'impianto.
Più di 140 mila persone sono state evacuate dai centri abitati della zona. Per eliminare le conseguenze dell'incidente, incluso lo smantellamento dei reattori, ci vorranno quarant'anni.
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