"Potremmo facilmente adattare gli R-36 a progetti che prevedono il lancio di piccoli veicoli spaziali in orbite civili. La questione è in discussione. Questo metodo dovrebbe essere specificamente diffuso allo smaltimento di tutti i missili che vengono ritirati dal servizio militare", ha detto Rogozin.
Egli ha spiegato che il concetto di ciclo di vita tecnologico, che incorpora l'uso post-ritiro, dovrebbe essere deliberatamente introdotto negli ultimi sistemi missilistici russi, tra cui il Sarmat, il nuovo missile strategico che sostituirà gli R-36 tra due anni.
Non è la prima volta che un funzionario statale propone questo metodo di riciclaggio per i missili R-36. In precedenza, è stato presentato un progetto per convertire il missile ed usarlo per colpire gli asteroidi che minacciano la Tera.
Nel 2018, una fonte dell'agenzia spaziale russa disse che i missili ritirati potevano essere utilizzati anche per lanciare in orbita i satelliti.
La Russia e l'Ucraina hanno già avuto successo con la conversione dell'R-36 con il sistema missilistico Dnepr, in grado di lanciare satelliti fino a 4.500 kg di peso nell’orbita terrestre bassa e carichi utili fino a 3.200 kg sulla stazione spaziale internazionale. Tra il 1999 e il 2015 sono stati effettuati 22 lanci. Nel marzo del 2015, in seguito al crollo delle relazioni tra i due paesi, il programma Dnepr è stato interrotto.
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