Il funzionario ha condannato la decisione delle autorità britanniche, definendola illegale e chiedendo l'immediato rilascio della nave.
Giovedì il ministero degli esteri iraniano ha convocato l’ambasciatore britannico a Teheran, in seguito al sequestro, da parte della marina militare del Regno Unito, di una petroliera iraniana che transitava nello Stretto di Gibilterra.
Il ministero ha consegnato all’ambasciatore i documenti che provano che la nave stava navigando verso una destinazione consentita. Il diplomatico ha affermato che avrebbe inoltrato la protesta di Teheran alle autorità di Londra.
Lo stesso giorno, il ministro degli esteri spagnolo, Josep Borrell, ha affermato che la petroliera era stata intercettata in seguito a una richiesta degli Stati Uniti. Tuttavia l'ambasciatore britannico ha negato che Londra sia allineata alla politica statunitense nei confronti dell’Iran.
Giovedì 4 luglio, la marina militare britannica ha fermato e sequestrato la petroliera iraniana Grace 1 mentre si trovava nello Stretto di Gibilterra. Secondo le autorità britanniche, la nave stava trasportando 300.000 tonnellate di greggio in Siria, violando le sanzioni europee contro la Siria.
"Abbiamo ragione di credere che la Grace 1 stesse trasportando il suo carico di greggio alla raffineria di Baniyas, in Siria. Quella raffineria è di proprietà di un'entità soggetta alle sanzioni dell'Unione Europea contro la Siria", ha detto il primo ministro di Gibilterra, Fabian Picardo, citato dalla CNN.
Il sequestro della petroliera iraniana ha incontrato il plauso del ministero della difesa britannico, che lo ha definito "una ferma azione delle autorità di Gibilterra per far rispettare le sanzioni UE contro la Siria".
La notizia è stata accolta con favore anche dal consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, John Bolton.
"L'America e i nostri alleati continueranno a impedire ai regimi di Teheran e Damasco di trarre profitto da questo traffico illecito", ha scritto Bolton su Twitter.
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