A margine del vertice del G20 di Osaka il primo ministro dei Paesi Bassi Mark Rutte ha discusso con il presidente russo quanto accaduto a luglio 2014, quando il Boeing-777 si è schiantato vicino a Donetsk, uccidendo 298 persone, per la maggior parte di nazionalità olandese.
“Ho parlato con il presidente Putin dell’MH17. È una ferita ancora aperta per i Paesi Bassi e per molti altri paesi del mondo. Per questo se ho la possibilità di parlarne con il presidente russo, è quello che faccio”, ha detto Rutte in un’intervista al canale televisivo RTL.
Il premier olandese non ha voluto rivelare i dettagli della conversazione.
“Questi colloqui devono restare confidenziali, anche per via della delicatezza della questione. È tuttavia molto importante sfruttare qualsiasi opportunità di parlare con la dirigenza russa dell’MH17”, ha spiegato.
La tragedia aerea di Donbass
Il 17 luglio 2014 l’aereo malaysiano Boeing-777, che stava effettuando il volo MH17 da Amsterdam a Kuala Lumpur è precipitato vicino a Donetsk, nell’Ucraina orientale. A bordo c’erano 298 persone di 10 nazionalità, per la maggior parte olandesi, tutte decedute. Nonostante gli attivi combattimenti in corso nella regione, Kiev non aveva chiuso lo spazio aereo sopra a Donbass per i voli passeggeri internazionali.
A guidare le indagini è un comitato investigativo internazionale diretto dai Paesi Bassi e comprendente anche Australia, Belgio, Malaysia e Ucraina. Il report del comitato afferma che l’impianto missilistico Buk sarebbe stato portato in Ucraina dalla Russia per poi essere mandato indietro. Mosca ha dichiarato che le indagini non sono oggettive e si basano solo sulle informazioni ottenute dall’Ucraina.
Gli esperimenti di Almaz-Antej, il maggiore produttore di sistemi contraerei, tra cui il Buk, hanno confermato che il Boeing è stato abbattuto da un territorio sotto il controllo dell’esercito ucraino. Tuttavia gli investigatori hanno ignorato queste informazioni. Vladimir Putin ha puntualizzato che Mosca potrà riconoscere i risultati delle indagini solo se vi prenderà parte attiva. Il Ministero della Difesa russo ha spiegato che tutti i missili del tipo esaminato dal comitato investigativo sono stati eliminati dopo il 2011.
Il portavoce del presidente russo Dmitrij Peskov ha a più riprese dichiarato che Mosca respinge categoricamente le accuse di coinvolgimento nella tragedia.
Il 19 maggio il comitato investigativo ha reso noti i nomi di 4 indagati e annunciato che il processo avrà luogo il 9 marzo 2020.
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