Le informazioni raccolte potrebbero contribuire alla scoperta di acqua o di un’atmosfera su un determinato pianeta.
Il sistema stellare doppio di Alfa Centauri, a 4,37 anni luce da noi, è il più vicino al Sistema Solare. Mentre accanto a Proxima Centauri, a soli 0,2 anni luce dal Sistema Solare, è stato scoperto l’esopianeta Proxima Centauri B su cui gli studiosi sperano di trovare l’acqua e forse anche la vita, la presenza di pianeti propri in entrambi i sistemi stellari di Alfa Centauri è ancora in discussione.
“Entrambe le stelle di Alfa Centauri sono più interessanti di Proxima perché sono simili al Sole”, spiega a Sputnik Carolin Liefke, astrofisica della Casa dell’Astronomia di Heidelberg e membro della Rete di divulgazione scientifica presso l’ESO. “Provate ad immaginare: se nei pressi di queste stelle si riuscisse a trovare qualcosa, si tratterebbe probabilmente di pianeti molto simili alla Terra e con condizioni paragonabili a quelle terrestri. Per questo, sarebbe molto interessante trovare pianeti del genere”.
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Il NEAR dispone di un coronografo a infrarossi in grado di rilevare piccoli pianeti simili alla Terra nonostante la presenza di potenti raggi di luce emessi da entrambe le stelle. In altre parole, la luce riflessa dal pianeta è talmente debole rispetto a quella del suo “Sole” che è impossibile distinguere l’una dall’altra. Liefke spiega che è stata trovata la soluzione seguente: “Nella telecamera è installato un diaframma che ha lo scopo di bloccare la luce emessa dalla stella. Questo strumento deve funzionare in maniera ottimale per non perdersi nemmeno un fascio di luce. La differenza di luminosità con la stella è davvero enorme: di circa trilioni di quadrilioni. Per questo, bisogna escludere una quantità incredibilmente elevata di luce per distinguere sullo sfondo il pianeta”. Ma questa luce si trova sulla gamma degli infrarossi, dunque può essere distinta dalla luce stellare.
In tal modo, questa luce può essere studiata con uno spettroscopio: “È possibile cercare impronte digitali chimiche degli elementi. Si può verificare se sul pianeta esistano determinate molecole che abbiano lasciato tracce in quel fascio di luce e se queste diano informazioni sulla presenza di acqua o di altri elementi nell’atmosfera: metano, ammoniaca o ozono”.
Tuttavia, non è possibile simulare la struttura del pianeta sulla base delle informazioni raccolte. Questo, e anche gli studi con lo spettroscopio, saranno resi possibili solamente da telescopi di generazione successiva.La misurazione termina in breve tempo e anche per l’analisi dei dati ottenuti non ci vuole molto, ma bisogna agire in maniera accorta per rilevare e correggere eventuali errori. I dati saranno di libera fruizione sia per i professionisti sia per gli amatori.
Il presente studio astronomico viene condotto in collaborazione con Breakthrough Watch, un programma astronomico mondiale per la ricerca di pianeti simili alla Terra nei dintorni di stelle simili al Sole, e con l’ESO. I finanziamenti provengono da fonti non governative e sono raccolti grazie all’iniziativa di Breakthrough intitolata con la domanda: “Siamo davvero soli?”.
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