Il ministero dell'Interno tedesco prevede di espandere i poteri delle sue agenzie di intelligence per condurre una sorveglianza, il che permetterà loro di hackerare computer giornalistici e "minare uno dei pilastri della stampa libera" scrive il Times citando gli attivisti per la libertà di stampa.
Secondo la pubblicazione, il capo del ministero dell'Interno tedesco, Horst Seehofer, ha preparato una proposta di legge che consentirà alle forze di sicurezza di installare i cosiddetti "trojan di stato" sui dispositivi elettronici. Inoltre, grazie a questo documento, che i critici hanno già soprannominato il "catalogo delle fantasie orwelliane", sarà più facile per la polizia coinvolgere gli hacker governativi nel loro lavoro.
Gli assistenti di Seehofer insistono sul fatto che lo scopo di questa iniziativa è "mettere in armonia" i poteri delle strutture e accelerare le indagini. Ma ci sono timori che, se adottata, questa legge consentirebbe alle autorità di confiscare le informazioni dai giornalisti senza un ordine del tribunale.
La stampa tedesca ha fatto parallelismi con il caso Spiegel del 1962, quando la polizia perquisì i notiziari principali e arrestò alcuni dei suoi editori. La ragione fu una fuga di informazioni da un generale di alto rango.
Seehofer dice che il disegno di legge intende combattere "terroristi ed estremisti, non i giornalisti". Ma i rappresentanti della sezione di Berlino dell'organizzazione internazionale Reporters Without Borders non sono d'accordo con la sua dichiarazione.
Il capo del dipartimento, Christian Mir, ritiene che il Ministero degli Interni tedesco "abbia superato il limite". "Dopo l'abolizione della riservatezza editoriale, i rappresentanti dei media e le loro fonti perderanno le basi della fiducia che consente loro di lavorare insieme", egli crede.
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