"L'attuale livello di produzione è di circa 1,3 milioni di barili al giorno", ha detto Sanalla ai giornalisti.
"Purtroppo, se la situazione attuale continua in questa direzione, temo che circa il 95% della produzione possa andare perso", ha risposto alla domanda se i combattimenti in Libia avrebbero portato a una perdita di produzione ed esportazione di petrolio.
Dopo il rovesciamento e l'assassinio del leader libico Muammar Gheddafi nel 2011, la Libia è stata praticamente suddivisa in due stati separati. Ora il paese è governato da due governi separati: il parlamento eletto dal popolo sotto la guida di Aguila Saleh Issa si trova a est, e ad ovest, nella capitale Tripoli, il governo di consenso nazionale (PNS) formato con il sostegno delle Nazioni Unite e dell'Unione europea, guidato da Fayez Sarraj.
Le autorità nella parte orientale del paese operano indipendentemente da Tripoli e cooperano con l'esercito nazionale libico.
Il 4 aprile, il comandante della LNA Khalifa Haftar ha ordinato alle sue forze di lanciare una offensiva contro la capitale per la "liberarla dai terroristi". Le unità armate fedeli al governo di Tripoli hanno annunciato l'inizio dell'operazione di risposta Vulcano di rabbia. Al momento, continuano le battaglie di posizione nell'area della capitale libica. Secondo l'OMS, il bilancio delle vittime negli scontri ha superato le 450 persone, e oltre 2100 sono rimaste ferite.
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