In caso di estradizione, gli USA potranno sporgere nei confronti di Julian Assange nuove accuse solo con il permesso del ministro degli Esteri della Gran Bretagna, e in nessun caso il cofondatore di WikiLeaks potrà essere condannato a morte. Lo ha assicurato a Sputnik un esperto giuridico specializzato nelle questioni legate all’estradizione, che ha chiesto di rimanere anonimo.
Assange, i suoi avvocati e i suoi sostenitori affermano che in caso di estradizione negli USA il giornalista potrebbe ricevere nuove accuse, più gravi delle precedenti, per le quali potrebbe essere condannato a un lungo periodo di reclusione e addirittura alla morte. Queste affermazioni non corrispondono a quanto stabilito dalla legge, secondo la quale il soggetto dell’estradizione può essere processato solo per le accuse che hanno causato l’estradizione stessa. La pena applicabile per le accuse sporte negli USA nei confronti di Assange non è superiore a 5 anni di reclusione.
“Avete ragione. Le norme sono proprio come le descrivete. Se il sig. Assange sarà consegnato agli Stati Uniti e gli Stati Uniti vorranno sporgere nuove accuse oltre alle ragioni dell’estradizione, dovranno chiederne il permesso al ministro degli Esteri della Gran Bretagna. Questi casi sono molto rari, ma capitano. Se il ministro britannico darà il suo permesso, negli USA Assange potrebbe ricevere nuove accuse, più gravi”, spiega l’esperto giuridico.
“Tuttavia non può essere soggetto alla condanna a morte: il ministro degli esteri richiederà agli USA la garanzia che Assange non venga punito in questo modo. Questo riflette il principio di vecchia data secondo il quale la Gran Bretagna non permette l’estradizione di individui che rischiano di essere condannati a morte”, sottolinea.
Assange, che nel 2010 è stato accusato in Svezia di molestie e violenze sessuali, a partire dal 2012 si è rifugiato in Gran Bretagna per evitare l’estradizione nel paese scandinavo. La mattina dell’11 aprile 2019 è stato arrestato per ordine di Svezia e USA.
Gli USA hanno emesso l’ordine di arresto ed estradizione del cofondatore di WikiLeaks a dicembre dell’anno scorso. Il 1 maggio a Londra Assange è stato condannato a 11,5 mesi di prigione per aver violato le condizioni di uscita su cauzione.
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