"Sembra che durante l'atterraggio un comando sbagliato sia rimasto bloccato nel computer dell'apparato, che ha causato una sorta di "reazione a catena". Ha anche portato alla disconnessione del motore principale di Bereshit e ci ha impedito di riattivarlo", dichiarano gli ingegneri israeliani.
La navicella spaziale israeliana Bereshit è stata lanciata con successo nello spazio a fine febbraio a bordo del razzo Falcon 9. Inizialmente, era stata creata per partecipare alla competizione lunare, in cui gli appassionati di astronautica privata dovevano creare un rover lunare su vasta scala e inviarlo sulla Luna.
Nelle prime settimane dopo il lancio, Bereshit ha completato con successo tutte le manovre necessarie per raggiungere la traiettoria per raggiungere la Luna riuscendo a raggiungere l’orbita lunare all'inizio di aprile e a condurre una serie di manovre per prepararsi all'atterraggio.
Questo evento significativo si sarebbe svolto giovedì scorso, dopodiché è stato registrato un errore nelle fasi finali dell’atterraggio di Bereshit. Circa tre minuti prima della morte della sonda, gli ingegneri hanno rilevato un malfunzionamento nell'accelerometro di bordo, dopo di che il motore del dispositivo si è spento e ha perso il contatto con la Terra.
Quando gli ingegneri israeliani sono riusciti a riavviare i motori, la velocità della caduta della sonda era già arrivata a 475 chilometri all'ora, e allo stesso tempo si trovava a un'altitudine di soli 150 metri dalla superficie della luna. Quindi il motore principale non è riuscito a frenare la caduta.
I risultati preliminari dell'indagine dimostrano che questo fallimento è di natura software piuttosto che meccanica: il sistema operativo del Bereshit conteneva errori non ancora verificati che hanno portato al blocco e allo spegnimento dei motori. Le conclusioni finali, saranno pubblicate nelle prossime settimane, ha promesso SpaceIL.
Questo non è il primo errore di programmazione che ha rovinato una missione interplanetaria. Un destino simile è stato condiviso dal telescopio giapponese a raggi X Hitomi, che è esploso a causa di un errore di battitura accidentale e di un errore logico nel codice, così come Schiaparelli e Mars Climate Orbiter, che sono bruciati nell'atmosfera marziana per ragioni simili.
Nonostante il fallimento, il miliardario sudafricano Morris Kahn, principale sponsor e capo di SpaceIL, ha promesso di stanziare fondi per la costruzione della seconda versione di Bereshit e di effettuare il primo sbarco privato sulla Luna nei prossimi 2-3 anni.
Benjamin Netanyahu, il primo ministro israeliano, ha espresso il desiderio di sostenere il progetto e ha promesso che Tel Aviv sosterrà più attivamente le iniziative SpaceIL, incluso il lancio di Bereshit-2, in futuro. Inoltre, non ha escluso la possibilità che nel prossimo futuro Israele possa creare il proprio programma spaziale.
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