L'opposizione venezuelana non è riuscita a convincere l'esercito a passare dalla propria parte, scrive il Washington Post.
Contemporaneamente la diserzione tra i militari era il perno della strategia di Washington, che ora esprime il suo disappunto nei confronti dell'opposizione.
Secondo il Washington Post, l'amministrazione Trump ha riconosciuto che il passaggio dei militari tra le fila dell'opposizione è stato più lento del previsto.
Secondo Elliot Abrams, l'inviato speciale degli Stati Uniti in Venezuela, una delle ragioni è che circa 20mila agenti dei servizi segreti cubani sono stati schierati nell'esercito venezuelano per monitorare e supervisionare la leadership militare.
Il giornale rileva che la presenza di migliaia di cubani in Venezuela è confermata da molti, ma il loro numero esatto è probabilmente sovrastimato dall'amministrazione americana.
Secondo il Washington Post, alcuni funzionari dell'amministrazione Trump, data la scarsa probabilità dell'approvazione del Consiglio di Sicurezza dell'ONU, ipotizzano di applicare il cosiddetto "Patto di Rio" del 1947, che paventa la possibilità di un intervento militare. Tuttavia anche i più fedeli alleati degli Stati Uniti nella regione come il Brasile si sono espressi contro un'eventuale invasione militare.
A loro volta i rappresentanti dell'opposizione venezuelana dichiarano la loro delusione negli Stati Uniti che, a loro parere, non sono pronti a concretizzare i loro proclami altisonanti.
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