La guerra di Corea del 1950-1953 si concluse con la firma di un accordo di armistizio tra le truppe degli Stati Uniti che combatterono sotto la bandiera delle Nazioni Unite e l'esercito nordcoreano con i volontari del popolo cinese. Fino ad ora Washington ha respinto i tentativi della Corea del Nord di concludere il trattato di pace, mentre il 12 giugno a Singapore il presidente degli Stati Uniti Donald Trump non ha promesso di voler arrivare alla firma in un incontro con il leader nordcoreano Kim Jong-un.
"Gli Stati Uniti credono che la firma sarebbe una grande concessione, una ricompensa per la Corea del Nord, c'è anche una sorta di paura semi-paranoica che la Corea del Nord dica in questo caso che se la guerra è finita, gli Stati Uniti dovrebbero ritirare le proprie truppe dalla Corea del Sud, e questo è assolutamente inaccettabile per Washington", ha detto Toloraya a margine della conferenza asiatica del Club di discussione Valdai.
Secondo lui, con un tale sviluppo di eventi, "gli Stati Uniti si troveranno nella posizione di difesa, in una posizione molto inopportuna, in una situazione dove i nordcoreani sembrerebbero fare richieste oneste, basandosi sul fatto che se la guerra è finita, allora perché c'è bisogno di truppe".
"Gli Stati Uniti sono molto preoccupati, ma, a mio avviso, anche più di quanto sia necessario, dal momento che la Corea del Nord capisce che non è realistico, che le truppe statunitensi non si ritireranno comunque, che le truppe in Corea del Sud fanno già parte dell'attuale sistema di stabilità, anche nei rapporti con la Cina. Se questo elemento venisse rimosso, la situazione cambierà, nel bene o nel male, non si sa, ma cambierà di sicuro", ha spiegato l'esperto.
Lui dubita che la Corea del Nord possa insistere sul serio.
"Finora, gli americani credono che questa sia una concessione molto grande, anche se di recente ho sentito altre opinioni sul fatto che ci sia una certa prontezza su questo argomento, forse sotto forma di una dichiarazione di pace che non obblighi nessuno a nulla, insomma uno strumento per ottenere di più dalla Corea del Nord. Forse questo sarà il risultato del secondo vertice dei due leader", ha detto l'esperto.
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