Secondo i ricercatori, circa un secolo fa, l'uomo usava solo il 15% della superficie terrestre per l'agricoltura e l'allevamento. Attualmente, le attività umane influiscono sul 77% del territorio, compresa l'Antartide e l'87% degli oceani. Nel periodo tra il 1993 e il 2009, gli insediamenti umani, le terre agricole e le imprese industriali hanno occupato 3,3 milioni di chilometri quadrati di territori vergini.
Tuttavia, le regioni polari rimangono le più colpite dalla navigazione, dall'inquinamento e dalla pesca. I restanti ecosistemi naturali possono essere preservati solo se i paesi riconoscono la loro importanza e fanno sforzi comuni per proteggerli. Ad oggi, molte delle aree di conservazione del mondo a livello legislativo non sono state ne registrate, né riconosciute, né protette.
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