Bandow ha passato una settimana in Siria e ha osservato che "è chiaro chi comanda qui". A Damasco vive l'élite del paese, ovunque sono dislocate forze di sicurezza, quasi tutte le strade sono decorate con immagini di Assad, e gli abitanti della città sono ottimisti riguardo al futuro, condivide le sue impressioni Bandow.
L'osservatore sottolinea che gli Stati Uniti hanno fatto affidamento sulle dimissioni di Assad, e questo è stato un errore, perché aveva così tanti sostenitori e "qualcuno peggio di lui" avrebbe potuto prendere il suo posto. Inoltre, Washington voleva rendere la Siria uno stato democratico e liberale, ma nessuno dei cosiddetti "gruppi moderati di opposizione", come Jhabat al-Nusra, avrebbe potuto portare a questo risultato.
La guerra civile in Siria è stata una grande tragedia, sottolinea Bandow. L'amministrazione Trump non ha il diritto di invadere una nazione, occupare il suo territorio e dividere un paese straniero. Inoltre gli USA non possono obbligare Russia e Iran, i quali hanno relazioni strette con Assad, a lasciare il paese.
L'osservatore aggiunge che gli obiettivi militari di Trump in Siria si sono trasformati in vere e proprie fantasie. Assad non è minacciato da niente in questo momento. Letteralmente pochi anni fa nessuno avrebbe potuto pensare che il presidente siriano sarebbe riuscito a capovolgere la situazione in questa maniera, che sarebbe riuscito a riprendere il controllo sulla maggior parte del paese, ma ad oggi ma oggi ha sconfitto tutti i suoi avversari.
Bandow inoltre sottolinea che il tentativo USA di ingegneria sociale forzata non è mai stato realistico, e come esempio basta guardare al fallimento in Iraq. "L'amministrazione Trump deve porre fine all'ultimo disavventura mediorientale USA. Assad ha vinto, Washington ha perso" riassume l'autore dell'articolo.
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