Dopo Carl Fabergé simili onori non erano mai stati concessi a un gioielliere. Fazulzyanov ha ricevuto molti premi internazionali ed è l'unico ad aver vinto due volte il cosiddetto "Oscar della gioielleria", ovvero il Gran Prix International Jewellery Design Excellence Award. L'artista ha raccontato a Sputnik come ha ammaliato l'Occidente e perché preferisce la tradizione alla tecnologia.
— Di recente l'hanno invitata a tenere delle lezioni nella scuola di Parigi presso la leggendaria maison di alta gioielleria Van Cleef & Arpels. Quale aspetto delle Sue opere ha attirato l'attenzione dei leader del mercato?
— La nostra collaborazione è relativamente di lunga data: da due anni gli esperti della scuola usano fotografie delle mie opere come materiale illustrativo alle lezioni dedicate allo smalto per gioielleria. All'inizio le avevano semplicemente trovare in rete ed erano rimasti stupiti dalla qualità del lavoro, dalla molteplicità di tecniche impiegate, dal livello esecutivo (queste sono parole loro, non lodi che mi tesso da solo). Per quanto ne so nessuno dei miei colleghi, nemmeno quelli specializzati nell'impiego dello smalto, lavora su diverse tecniche. Tendono a sceglierne una sola. Io, invece, sono più interessato a usarne diverse. — In cosa è diversa la gioielleria contemporanea russa da quella occidentale?— Se parliamo di tecnica, non ci sono grandi differenze: un diplomato di qualsiasi accademia di gioielleria ha davanti a sé ancora alcuni anni di pratica con un'officina per diventare maestro. In Occidente è più forte la tradizione manifatturiera, il che dà più spazio alle nuove tecnologie: infatti, quando un'officina si specializza in una determinata tecnica e, talvolta, anche su un determinato prodotto elaborato da un designer gioielliere, ci lavorano più officine insieme.
In Russia il design è spesso limitato dalle possibilità in termini tecnologici di un'unica gioielleria. Inoltre, in Occidente i maestri rispondono più velocemente alle mutazioni che interessano il mercato e ci sono molte più mostre, gallerie, maison e libri. Tutto ciò chiaramente influisce sul design.
— Si dice che la gioielleria rispetto ad altre forme di arte contemporanea sia più conservativa. Lei cosa ne pensa?
— La gioielleria è un mestiere manuale. Uno dei compiti dei gioiellieri è conservare questa manualità, ovvero la tradizione, che forse rende questo mestiere in qualche modo conservativo. Noi abbiamo sempre lavorato con i metalli e le pietre preziose. Adesso non si lavora più solo con questi materiali come accadeva in passato. Oggi i materiali del gioielliere sono tra i più variegati: dal legno e l'osso alle leghe più inconsuete.
Ci sono opere molto interessanti che vengono realizzate da stampanti 3D. È un aspetto curioso anche se non fa per me. Le nuove tecniche di incastonatura, taglio e lavorazione delle pietre sono il segno che l'industria gioielliera si sta sviluppando. Come molti altri settori questo sviluppo spesso avviene per il segmento più alto di vendita e il grande pubblico, dunque, non ne è a conoscenza. Anche se il caso della stampante 3D è già noto a molti. Ma personalmente non cerco ispirazione nella tecnologia.
— Le opere di gioielleria vengono solitamente considerate non come opere d'arte ma piuttosto come oggetti di lusso. Tuttavia, le Sue opere sono esposte non solo alle aste ma anche, ad esempio, ai Musei del Cremlino di Mosca. Qual è la Sua opinione sullo spazio che occupa la gioielleria nella gerarchia dell'arte?— Perché si conoscono più altri artisti rispetto ai maestri gioiellieri?
— Perché ce ne sono di più. Nikolaj Roerich a tal proposito scrisse che la gioielliera artistica è la più complicata e monumentale di tutte le forme d'arte. Non tutti gli artisti possono diventare gioiellieri. Tuttavia, per molto tempo quest'arte è stata anonima. Solo all'inizio del XX secolo alcuni gioiellieri hanno acquisito maggiore fama. E oggi le maggiori maison chiamano per nome i maestri che creano per loro i capolavori e i gioielli più venduti.
— Le opere di gioielleria hanno un elevato costo di produzione. Come si riflette questo sul lavoro? Le è mai successo di dover abbandonare un progetto perché i materiali sarebbero stati troppo costosi?
Spesso si abbandona un progetto perché nella propria fantasia è tutto molto più luminoso di quanto poi lo sia in realtà. Ma molti clienti mi chiedono di usare zaffiri e brillanti costosissimi per farne dei gioielli.
— Qual è secondo Lei il futuro del settore della gioielleria in Russia?
— Spero che il settore in Russia si svilupperà: al momento ci sono diversi interessanti giovani artisti che vengono da regioni di cui si sa poco e a cui talvolta non bastano le risorse per realizzare le proprie idee.
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