La cittadina messicana di Cherán può essere definita una vera e propria oasi di pace in una regione dominata dalla corruzione e da livelli di criminalità incredibilmente alti. Nell'aprile del 2011 gli abitanti del luogo si sono ribellati al potere e hanno preso controllo della città. Sputnik Mundo è entrato in contatto con Pedro Chavez, capo dell'alto consiglio cittadino di Cherán, il quale ci ha raccontato com'è la situazione oggi nella città.

Tutto è cominciato il 15 aprile 2011 nella piccola cittadina di Cherán nello stato messicano del Michoacán, popolato prevalentemente dai P'urhépecha. Un gruppo di cittadine del posto, contrarie al disboscamento illegale delle zone circostanti, sono insorte contro gli abbattitori che ottenevano finanziamenti dai cartelli messicani.
Hanno sbarrato la strada principale sulla quale passavano i camion del legno e hanno preso in ostaggio alcuni abbattitori di alberi.
La protesta ha presto assunto le dimensioni di una grande insurrezione il cui culmine è stata la destituzione delle autorità locali e l'allontanamento dalla città delle forze dell'ordine sospettate di corruzione.

Sette anni dopo a Cherán i livelli di corruzione sono prossimi allo zero, ovvero in netta contrapposizione con le altre zone del Michoacán, ritenuto uno dei luoghi più pericolosi del Paese.
Il governo messicano riconosce ufficialmente l'autogoverno locale e lo considera come una comunità indigena autonoma. Cherán, a sua volta, vieta sul proprio territorio le attività di qualsiasi partito politico e si rifiuta di tenere le elezioni normalmente condotte dalle autorità messicane.
Elezioni
Come spiega a Sputnik il capo dell'alto consiglio di Cherán, Pedro Chavez, la città non partecipa alle elezioni, incluse quelle presidenziali tenutesi la scorsa domenica primo luglio. Questo è il risultato di un accordo fra gli organi dell'autogoverno locale e le autorità messicane.
"È stato un accordo chiaro: niente più partiti politici né sindaci né polizia locale o federale. Il loro posto è stato preso da un'organizzazione basata sullo stato di diritto, riconosciuto dalla Costituzione", ha dichiarato Chavez.
Questi ha aggiunto che quegli abitanti della città che manifestano l'interesse di prendere parte alle elezioni possono farlo nei vicini centri abitati dello stato.

Il sistema di potere
"Il nostro sistema di potere è orizzontale, è un sistema di democrazia diretta", ha dichiarato Chavez.
Il potere massimo della città è conferito all'Assemblea mentre l'organo massimo di rappresentanza è l'alto consiglio di gestione della municipalità il cui capo è Chavez. L'Assemblea è composta da tutti i rappresentanti comunali che sono organizzati in 189 "falò".
"I falò sono le componenti basilari del sistema di potere che rappresentano direttamente la volontà del popolo. Inizialmente i falò servivano per difendere il nostro stile di vita e la nostra comunità", ha dichiarato Chavez.
L'alto consiglio è composto da 12 persone: 3 per ognuno dei 4 quartieri di Cherán. Vi sono anche 8 consigli operativi e delle commissioni che si occupano delle questioni amministrative.

Istruzione, economia e difesa
Le autorità locali di Cherán si impegnano per salvaguardare la cultura indigena locale dei P'urhépecha e la lingua dei loro avi. Va notato che già ai bambini piccoli viene spiegato come funziona il sistema di autogoverno.
Nonostante la propria autonomia politica dall'autorità federali e dello stato, Cherán continua a percepire finanziamenti dal budget federale. Ma Chavez afferma che in questo non vi sono contraddizioni in quanto la cittadina "rientra nello stato del Michoacán e fa parte del Messico".
Le squadre locali incaricate della difesa di Cherán sono ben armate ed equipaggiate. Non è tanto importante come queste squadre si procurano le armi. Chavez ha assicurato che la città acquista le armi in modo conforme alla legge la quale permette la possessione collettiva delle armi.
Il capo dell'alto consiglio ha inoltre osservato che rappresentanti dell'esercito messicano visitano periodicamente la città per assicurarsi che le squadre di Cherán utilizzino solamente le armi consentite.
Un esempio significativo
Chavez ha sottolineato che movimenti simili a quelli di Cherán che puntano all'autogoverno sono presenti anche in altre zone del Messico.
Alcuni di questi stanno facendo solo ora i primi piccoli passi verso l'autogoverno mentre altri hanno già raggiunto importanti traguardi nella stessa direzione.
"Tutto questo non è il risultato di un processo il cui avvio è stato dato a Cherán. È invece parte di una contrapposizione alle popolazioni indigene che dura, se non da centinaia, almeno da decine di anni. A Cherán questo processo si concretizza innanzitutto nella difesa dei nostri diritti", ha dichiarato Chavez.
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