"Non credo che il messaggio dell'AP sia un fatto isolato. Potrebbe essere parte di una pressione statunitense volta a minare le forze armate del Venezuela. Ma affinché gli USA vadano avanti con un'aggressione diretta… lo escluderei" ha spiegato.
L'agenzia ha detto che nell'agosto 2017, durante una riunione nello Studio Ovale, Trump ha chiesto: "Perché non invadere semplicemente il Venezuela?". "La questione ha lasciato tutti i presenti senza parole", spiegando al presidente le conseguenze negative di tale decisione, scrive AP.
In una conferenza stampa dell'11 agosto, Trump ha anche dichiarato di non escludere una "soluzione militare". Il presidente ha ostinatamente proposto il piano per altre due volte, anche durante un incontro con il leader colombiano Juan Manuel Santos che ha assicurato Trump che "l'invasione avrà un sostegno pari a zero nella regione", si legge in una nota.
Il leader venezuelano Nicolas Maduro, a sua volta, ha esortato le forze armate del paese ad essere pronte a difendere il territorio nazionale e ha dichiarato che l'invasione degli Stati Uniti non diventerà mai "soluzione" del suo paese:
"Il Venezuela deve proteggere il proprio diritto di risolvere i propri problemi da solo; un'invasione militare dell'impero americano non sarà mai una soluzione per il Venezuela", ha detto il presidente in una cerimonia di promozione di generali e ammiragli delle Forze Armate.
Secondo Basem Taheldina, Washington ha "economicamente, diplomaticamente e politicamente soffocato Venezuela, portando il Paese in una condizione molto grave", ma ancora "tutte le condizioni non sono state stabilite" per un'operazione militare.
"In alcuni paesi del Medio Oriente, come in Nord Africa, è stato provocato un disastro, sotto forma di guerra civile o invasione di mercenari. Qui in Venezuela non accadrà", ha assicurato.
"È nell'interesse degli Stati Uniti destabilizzare l'intera regione? Ha senso per loro a insistere su questa avventura militare in un luogo che hanno sempre chiamato il loro 'cortile di casa' dove non possono essere in grado di controllare le conseguenze di questo passo, soprattutto in un ambiente in cui alcuni eventi geopolitici stanno già formando una situazione sfavorevole per loro? " chiede l'esperto.
"Aspetteremo e vedremo. Forse questo è il caso, come vedono la situazione, molti analisti, di un ricatto", ha concluso l'esperto, ricordando la vittoria alle elezioni del 1° luglio del rappresentante di sinistra in Messico, Andrés Manuel López Obrador così come l'alto sostegno di Luiz Inacio Lula da Silva in Brasile se verrà liberato e si candiderà alla presidenza.
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