Lo ha dichiarato il presidente della repubblica Aleksandar Vucic in un'intervista a le Monde."Non abbiamo riconosciuto la Crimea parte della Russia. Se l'avessimo fatto, vorrebbe dire che noi sosteniamo l'indipendenza del Kosovo. Ma mettetevi al nostro posto. Quale dei membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sostiene la nostra integrità territoriale? La Russia. Ci possiamo tagliare la gamba?" ha detto Vucic.
Egli ha anche ricordato che nel 2014 Belgrado non ha sostenuto le sanzioni contro Mosca, nonostante fossero ambizioni europee. Se la Serbia avesse già fatto parte dell'Unione Europea, avrebbe dovuto adempiere a tutti gli obblighi in politica estera. A questo proposito, il presidente ha espresso la speranza che tra cinque-sei anni i rapporti con la Russia cambieranno completamente. Inoltre, Vucic ha detto che l'integrazione europea di Belgrado e buoni rapporti con Mosca non si contraddicono a vicenda.
"Non ci sono contraddizioni. Il presidente francese ha detto la stessa cosa, la Russia è un paese accogliente. Da parte nostra vogliamo rafforzare i tradizionali legami con la Russia, la nostra collaborazione commerciale. Dal punto di vista militare aderiamo alla neutralità. Ma, naturalmente, siamo sulla strada europea. Io lo dichiaro, a Bruxelles, a Washington e a Mosca, Vladimir Putin non ha mai detto nulla contro le nostre ambizioni europee", ha concluso il presidente della repubblica.
La Crimea è diventata una regione russa a seguito di un referendum, indetto dopo il colpo di stato in Ucraina. Per la riunificazione con la Russia ha votato il 96,77% degli elettori della Repubblica di Crimea e il 95,6% degli abitanti di Sebastopoli. L'Occidente, accusando la Russia di intervento nel conflitto interno, ha introdotto sanzioni. Mosca ha adottato misure di ritorsione, ha compiuto la sostituzione delle importazioni e più di una volta ha dichiarato che parlare con lei la lingua delle sanzioni è controproducente. Inoltre, la Russia ha ripetutamente respinto con forza le accuse di ingerenza e presumibilmente quelle di riunificazione non democratica con la Crimea.
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