"Dopo la costruzione del ponte i traghetti che collegano la Crimea alla Russia saranno inutili, allora perché non creare un collegamento con il porto di Varna, che dista meno di 600 chilometri e non è nemmeno nella lista nera?" si chiede Marinov.
Secondo lui, la spedizione delle merci via mare è l'unico modo per farle arrivare in Crimea dal momento che inviarle attraverso l'Ucraina è vietato.
"Bisognerà dare la preferenza a quelle aziende che accettano di commerciare in questo modo: attraverso la Crimea. In Bulgaria ci sono 147 piccole imprese produttrici di vino, frutta e verdura disposte all'esportazione via mare ad un prezzo competitivo", afferma Marinov,
Egli si è detto sicuro che l'economia farà pressione sulla politica al fine di rimuovere eventuali ostacoli, seguendo l'esempio di altre imprese.
"Vedi la Siemens che saltando saltando è arrivata in Crimea. Prendiamo le grandi case automobilistiche, la stessa cosa. E questa non è solo la Bulgaria, è la Grecia, la Macedonia, la Serbia, persino la Turchia", osserva il politico.
Marinov è anche convinto che il governo bulgaro sia pronto a riprendere i negoziati con la Russia sulla costruzione del gasdotto South Stream.
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