Il colore di un oggetto dipende dalle caratteristiche della luce che lo colpisce. Per non dipendere da questo, il cervello umano ha sviluppato il meccanismo del cosiddetto adattamento cromatico, con la capacità di percepire il colore di un oggetto a condizioni di luce diverse. Ad esempio, un foglio di carta bianca lo vediamo bianco alla luce della luna, e nella luce rossa del tramonto del sole. Per determinare il colore degli occhi di una persona ci basiamo su punti acromatici, l'area in oggetto, che non ha colore senza condizione di luce, l'occhio la percepisce in scala di grigi. Noi percepiamo la luminosità dei punti acromatici e costruiamo la percezione del colore di un oggetto.
La saturazione e la tonalità dell'oggetto della percezione umana dipende da punti acromatici con la stessa luminosità, dalla chiarezza, dalla fonte del colore. Utilizzando questa ipotesi, Ichiro Kuriki dall'Università di Tohoku, Giappone, ha proposto un algoritmo secondo cui l'occhio umano percepisce il colore dell'immagine in un modo o nell'altro, modificando le impostazioni del punti acromatici.
Per verificare se l'algoritmo funziona bene, il ricercatore ha usato una foto di un vestito, ampiamente diffuso su Internet a febbraio 2015. Alcuni utenti hanno visto l'abito bianco e oro, altri nero-blu, e si accendevano lunghe discussioni. Regolando le impostazioni dei punti acromatici, lo scienziato ha creato una serie di immagini di abiti, che simulano varie illuminazioni. Le immagini sono state mostrate a 15 rispondenti. Tra le 49 sfumature di abiti i partecipanti hanno scelto l'opzione che, secondo loro, coincide con "l'originale". Una coincidenza delle risposte degli intervistati ha confermato i risultati del lavoro dell'algoritmo sull'ipotesi di percezione della luce con l'aiuto dei punti acromatici.
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