L'autore dell'articolo, il direttore del programma di studi sulla Turchia presso l'American Institute of the Middle East Gönül Tol, ricorda che, recentemente, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha affermato che gli Stati Uniti, assistendo le milizie curde nel nord della Siria, agiscono contro gli interessi della Turchia, dell'Iran e della Russia.
Rafforzando il "fronte unito dei sentimenti anti-americani" in tutti e tre i paesi, Erdogan cerca così di indebolire le crescenti tensioni con la Russia e l'Iran e di stabilire contatti con loro.
Tol nota che la dichiarazione di Erdogan è stata fatta sullo sfondo delle crescenti tensioni tra Turchia, Russia e Iran sulla questione siriana. Mosca è scontenta che Ankara non sia stata in grado di indebolire l'influenza del gruppo terroristico "Hayat Tahrir ash Sham" nella provincia di Idlib. E l'Iran e il "regime di Assad" sono sempre più a disagio per l'operazione militare turca nella città siriana di Afrin.
Secondo l'autore, gli Stati Uniti devono fare adesso una scelta difficile. La Turchia chiede il ritiro delle forze curde dalla città siriana di Manbij. Se gli Stati Uniti sono d'accordo, i piani di Washington di stabilizzare vasti territori nel nord-est della Siria saranno compromessi. Se gli USA a non saranno d'accordo, allora le sue relazioni con Ankara potrebbero, come affermato dal ministro degli Esteri turco, "crollare completamente".
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