La decisione contrasta del tutto con le precedenti dichiarazioni USA secondo le quali Assad avrebbe dovuto abbandonare il suo incarico durante il processo di pace, riporta la testata. La nuova posizione di Washington prevede "delle restrizioni dell'amministrazione, e una realtà militare che riconosce i successi della Siria e dei suoi alleati: Russia, Iran ed Hezbollah che hanno sostenuto il regime assediato di Bashar al-Assad".
Allo stesso tempo il New Yorker non ha confermato nessuna di queste informazioni con fonti o citazioni sui documenti interni della Casa Bianca.
La testata dichiara che gli Stati Uniti hanno speso oltre $14 milioni per la campagna in Siria. Tuttavia "i fatti hanno portato l'amministrazione a riconoscere che Assad, la cui famiglia ha governato la Siria quasi mezzo secolo, possar rimanere al potere per circa quattro anni."
"A seconda dei risultati delle elezioni degli Stati Uniti nel 2020, Assad potrebbe ancora restare al potere, quando Trump lascerà il suo incarico. I politici degli Stati Uniti temono che Assad potrebbe vincere le elezioni nel 2021 e rimanere al potere per molti anni" scrive il giornale.
Il New Yorker osserva che "la Siria ora controlla la maggior parte del territorio, comprese le città di Damasco, Hama, Homs, Latakia e Aleppo, che un tempo era la punta di diamante dell'opposizione, quello che gli analisti americani chiamano "la Siria buona".
"In termini diplomatici, Washington è stata isolata da una potente troika, Russia, Iran e Turchia, che ora dominano il processo di pace", scrive il quotidiano. Diversi cicli di negoziati a Ginevra non hanno funzionato. E gli sforzi delle Nazioni Unite sono stati "sostituiti da colloqui di pace dei tre guidati dalla Russia, iniziati a gennaio e svoltisi ad Astana".
Il portavoce della Casa Bianca, Sarah Sanders, ha detto che gli Stati Uniti continueranno a combattere i terroristi in Iraq e in Siria, per impedire la rinascita dello "Stato islamico" e per garantire la sicurezza degli americani.
Nel mese di aprile, il Segretario di Stato Rex Tillerson nel corso di una visita in Russia ha delineato i principi fondamentali del piano di incompiuto presidente Donald Trump sulla risoluzione siriana, il cui esito avrebbe dovuto essere le dimissioni di Bashar al-Assad. Mosca ha ripetutamente affermato che solo i cittadini della Siria dovrebbero decidere il destino del proprio presidente.
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