"La dichiarazione di indipendenza è prevista dalla legge sul referendum come attuazione dei risultati della consultazione. E noi faremo ciò che la legge dice" ha annunciato Puigdemont parlando di quanto previsto nella normativa varata il 6 settembre e sottolineando come siano al momento interrotti i contatti con Madrid, mentre il Rappresentante del governo spagnolo in Catalogna Enric Millo auspica la strada del compromesso.
Il referendum sull'indipendenza della Catalogna, che non è riconosciuto dalle autorità spagnole, si è tenuto domenica scorsa. Il 90,18 per cento di quanti si sono recati a votare (l'affluenza è stata del 43 per cento), quasi 2,3 milioni di persone, si sono espressi a favore dell'indipendenza della Catalogna dalla Spagna.
Martedì, re Felipe ha sottolineato l'illegalità del referendum accusando il governo catalano di slealtà.
Per domani 10 ottobre il Parlamento catalano è convocato e durante la seduta potrebbe essere ratificata la secessione della Catalogna dalla Spagna.
Intanto ieri a Barcellona a scendere in piazza sono stati gli unionisti: 350 mila persone secondo la Polizia, un milione per gli organizzatori che hanno ricevuto il sostegno del premier spagnolo Mariano Rajoy che ha scritto su twitter: "In difesa della democrazia, della Costituzione e della libertà. Preserveremo l'unità della Spagna. Non siete soli".
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