Secondo la diplomatica, i "Caschi Bianchi" ricevono molta attenzione dai media occidentali e agiscono "in coordinazione". Tuttavia gli attivisti del movimento hanno accesso a delle regioni della Siria dove non possono entrare molti giornalisti stranieri.
"Essi stessi non permettono un riscontro delle informazioni, le quali i "Caschi Bianchi" presumibilmente raccolgono nei luoghi dei bombardamenti dell'aviazione russa. Noi ricordiamo perfettamente che molti attacchi chimici sulla popolazione siriane sono stati rilasciati sui media proprio grazie ai "Caschi Bianchi". Essi hanno spesso annunciato in anticipo possibili attacchi con bombe al cloro" ha ricordato la Zakharova.
All'inizio di aprile nella zona controllata dall'opposizione siriana di Khan Sheykun in provincia di Idlib è stato condotto un attacco chimico con gas. A causa dell'attacco sono morte 87 persone e ne sono rimaste ferite 200. Gli oppositori ufficiali di Damasco e i paesi occidentali hanno accusato dell'attacco le forze governative. Le autorità siriane hanno respinto le accuse.
Le prove che l'attacco è stato condotto dalle forze armate siriane sono state fornite in parte da membri dei "Caschi Bianchi". Non di meno l'ONG svedese "Medici per i diritti dell'uomo" (SWEDHR) ha messo in discussione la loro veridicità. Gli attivisti per i diritti umani ricordano che i "Caschi Binachi" in passato sono stati accusati più volte di tali falsificazioni.
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