Durante la guerra fredda l'Unione Sovietica si è preparata a condurre operazioni di combattimento nella regione artica. Le armi e l'esperienza acquisita allora conferiscono oggi a Mosca la supremazia in un ambiente ostile come quello artico.
La pubblicazione passa in rassegna quelli che si possono definire gli assi nella manica della Russia per il predominio militare nella regione artica. Anzitutto ci sono le navi rompighiaccio. E la Russia dispone della flotta di rompighiaggio più grande del mondo. Seguono i sottomarini del progetto 971, meglio noti come "Akula". Questi sottomarini sono dotati di un ampio arsenale di armi per condurre il combattimento contro navi e altri sottomarini nemici.
In un luogo dove sarebbe impossibile effettuare operazioni con le portaerei, i caccia-intercettori MiG-31 a lungo raggio fanno la differenza. Così come i bombardieri strategici Tu-95 e la loro versione navale Tu-142. Questi possono essere armati con missili anti-nave e anti-sommergibile.
Inoltre non bisogna dimenticare le truppe speciali russe dell'artico. Queste squadre sono addestrate a qualsiasi tipo di combattimento nella regione artica. La pubblicazione ricorda che durante la Guerra Fredda le forze speciali russe hanno messo a segno diversi attacchi contro le strutture della NATO in Norvegia, Isole Faroe e Islanda.
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