Si tratta del Comitato giuridico e del Comitato dell'intelligence. Entrambi stanno cercando di ottenere delle dichiarazioni dall'ex direttore dell'FBI James Comey, da poco licenziato dal presidente Trump. Secondo il presidente del Comitato giuridico Chuck Grassley, lui ei suoi colleghi "potrebbero chiamarlo con un mandato di comparizione", ma non credono che ora sia necessario. Il Comitato dell'intelligence è più fortunato: i suoi capi Richard Burr e Mark Warner hanno fatto progressi significativi per fare in modo che Comey testimoni.
Tuttavia Grassley e il suo vice capo Dianne Feinstein sostengono che il Comitato giuridico non si può mettere in secondo piano. Hanno diffuso un gran numero di annunci, nei quali sostengono che l'FBI sia sotto la loro giurisdizione.
Secondo il senatore John Cornyn Comey non dovrà necessariamente testimoniare davanti a entrambi i comitati perché essendo un cittadino privato, ha il diritto di non farlo.
Non è scontato che egli si presenti e testimoni. Quindi dobbiamo stare attenti con le nostre richieste e dobbiamo cercare non aggravare la situazione, altrimenti Comey semplicemente non testimonierà" ha spiegato il senatore.
Come riporta il The Hill, non è la prima volta che i comitati, nella lotta al diritto per l'indagine sulla cossiddetta ingerenza russa, cercano di accappararsi tutte le funzioni su di sé senza dividere i lavori.
In USA sono in corso delle indagini condotte da due comitati di entrambe le camere del Congresso, e anche del Ministero della giustizia. Fino ad ora non sono state fornite prove sulla presunta ingerenza russa nelle elezioni presidenziali, o che l'amministrazione Trump sia legata a Mosca.
Trump ha licenziato James Comey all'inizio di maggio sostenendo che il capo dell'FBI fosse inefficiente. Il direttore capo dell'FBI conduceva delle indagini sulle possibili relazioni di Trump con Mosca. Lo stesso Comey pensa che la causa del suo licenziamento stia nella sua impossibilità di essere leale a Trump.
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