Lo ritiene l'esperto militare russo, editore capo della rivista l'Arsenale della patria, Viktor Murachovsky. Il SIPRI ha pubblicato i dati annuali sulle tendenze dei costi nel settore militare e un elenco di 15 paesi con le spese militari più alte nel mondo. Secondo la ricerca, per la prima volta negli ultimi cinque anni, i costi sono aumentati negli USA del 1,7%. Sono in continua crescita nei paesi occidentali, dell'Europa Centrale e Orientale, una notevole riduzione della spesa nel settore militare è avvenuta invece in molti paesi esportatori di petrolio. La Russia, nel 2016, con spese pari al 4,1% del totale delle spese nel mondo, è salita al terzo posto, relegando al quarto posto l'Arabia Saudita, con il 3,8%.
"Perché è cresciuta la quota russa secondo l'Istituto? Perché il dollaro si è ridotto in Russia. E' esattamente la stessa differenza che si valuta nei costi di altri paesi" ha detto a Sputnik l'esperto, secondo cui il rapporto può dare una valutazione oggettiva dei cambiamenti di spese militari per l'ultimo anno solo per quei paesi "titolari di queste principali valute".
"Ad esempio, negli Stati Uniti, Trump ha aumentato la spesa di 54 miliardi di dollari per il budget militare e questa può essere considerata una misura obiettiva. Per la Russia non c'è una misura obiettiva, il bilancio militare non è aumentato. Così come è cambiato il corso del rublo rispetto al dollaro, che, per motivi formali, sì, è aumentato. Questi dati non dicono assolutamente nulla" ha spiegato l'esperto, che ha sottolineato che molti paesi produttori di petrolio, che sono nei posti bassi della classifica, non hanno ridotto i loro costi.
"Esattamente allo stesso modo, per i paesi produttori di petrolio, ci sono fluttuazioni dei tassi di cambio. Se si guardano i dati oggettivi, caratterizzati soprattutto dalla quantità delle forze armate, il volume di approvvigionamento di armi, equipaggiamenti, non ha subito significativa riduzione" ha concluso.
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