L'idea di un proprio blocco militare era coltivata da tempo dai sauditi. A Riyad non piace che il destino del Medio Oriente sia deciso a Washington, Londra e Mosca, e il raffreddamento dei rapporti con gli Stati Uniti nonché le aperture del presidente Obama con l'Iran peggiorano la situzione. Nel dicembre 2015, il re Salman ha annunciato la formazione di una coalizione militare islamica per combattere il terrorismo, l'IMAFT, con sede a Riyadh. L'obiettivo primario è la lotta agli estremisti in Siria, Iraq, Yemen e Libia. L'Alleanza comprende oggi 39 paesi musulmani ad eccezione di Iran, Siria e Iraq.
L'esperto di politica regionale e internazionale Farzad Ramazani Bonesh ha spiegato a Sputnik le prospettive dell'IMAFT.
"Negli ultimi anni, l'Arabia Saudita sta cercando di mettere il Pakistan contro lo Yemen. Il Pakistan, tuttavia, nella cosiddetta coalizione militare islamica a guida saudita ha preso una posizione imperturbabile…Per molti pakistani la coalizione militare a guida saudita è più un'alleanza filo-sunnita contro gli sciiti, che una coalizione islamica contro il terrorismo. Dopo tutto, nella coalizione islamica non c'è l'Iran. Così Rakhil Sharif (ex leader dell'esercito pakistano che Riyad vorrebbe a capo dell'IMAF, ndr) nei negoziati con i sauditi ha chiesto, in particolare, il coinvolgimento dell'Iran in questa alleanza, offrendo la mediazione del Pakistan nei negoziati tra Teheran e Riyad… Il problema principale è che, in realtà, l'Arabia Saudita attraverso la creazione di questa coalizione persegue principalmente i propri interessi: condurre una propria politica estera a scapito degli altri paesi islamici. In questo caso, non si può certo dire che una tale alleanza possa avere successo nel risolvere le crisi regionali."
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