Secondo lui, ora, molti guardano alla Merkel come "l'ultima speranza del mondo libero" e quindi insisteranno sulla sua rielezione nel prossimo anno.
"Le speranze sono pericolosamente fuorvianti. Dare alla Merkel il mantello della leadership morale non è corretto, bisogna interpretare i suoi 11 anni di permanenza nella carica di cancelliere" scrive Mattchus. L'autore ritiene che con l'inizio della crisi globale del 2008 si è caduti su quattro fronti.
In primo luogo, con i problemi di debito della zona euro. Cercando di risolverli, il governo tedesco ha imposto una rigorosa economia e riforme strutturali ai Paesi debitori, che ha portato a conseguenze disastrose per l'intera unione monetaria, il cui futuro sembra ancora "come minimo traballante".
In secondo luogo, la Merkel ha subito un crollo per la soluzione della crisi ucraina e nella costruzione delle relazioni con la Russia in questo contesto. Secondo l'autore, la Germania si è completamente fidata della NATO e delle misure delle sanzioni. Ma, dal punto di vista dell'autore, questo ha solo rafforzato il potere di Vladimir Putin nel suo Paese. Ora la Merkel dovrà confrontarsi con Donald Trump, che è "poco interessato" a sostenere le misure restrittive e che ha dimostrato il desiderio di riallacciare i rapporti con Mosca.
Il terzo fronte, di cui parla l'autore è la crisi dei rifugiati. Quando la Merkel ha detto "ce la possiamo fare", molti l'hanno applaudita. Ma alla fine questo gesto le si è rivolto contro, quando l'UE ha dovuto stringere un "cinico accordo" con Erdogan, per fermare il flusso di rifugiati. Dopo questa operazione il problema non è affatto risolto.
Infine, né la Merkel, né l'Unione Europea nel suo complesso, sono riusciti a fermare "il progressivo scivolare verso l'autoritarismo" di Ungheria e Polonia, osserva l'autore.
Pertanto, dal punto di vista dell'autore, la Merkel ha dimostrato che non è in grado di risolvere nessuna delle quattro crisi in Europa, quindi la Germania ha bisogno di qualcuno di fresco, idealmente non collegato né con lei, né con il suo partito "Unione cristiano-democratica", la CDU.
"È evidente: se la Merkel continuerà a guidare l'Europa, la regione continuerà ad essere un potere in declino e gli Stati Uniti di Trump, e la Russia di Putin, potranno facilmente ignorarlo" riassume l'autore.
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